Se ne parla da anni: è la Trasversale Oristano-Tortolì, ideata per collegare le coste orientale e occidentale dell’Isola e minimizzare tempi di percorrenza e disagi per gli utenti, ma i progetti di quella che rimane una delle più grande incompiute delle rete viaria sarda stentano a decollare. Fin dagli anni 80 erano stati effettuati degli studi di massima (carotaggi compresi) nella Barbagia di Belvì e il nuovo ponte sul Flumendosa a Gadoni veniva reputato l’inizio del tratto verso l’Ogliastra, ma l’avvio della ‘coast to coast’ naufragò.
Nei primi anni del 2000, il problema tornò alla ribalta delle cronache. Le pressanti richieste di realizzazione partite dalla Cisl ogliastrina posero l’handicap viabilità al centro di una vera e propria battaglia sindacale nei confronti della Regione. Vennero organizzate manifestazioni di protesta nel territorio della ormai ex provincia, rivendicando un netto no all’isolamento, ma le tanto attese risposte della Giunta regionale, si tradussero solamente in una serie di illusorie promesse. Intanto, mentre nel Consiglio provinciale nuorese primeggiavano accese discussioni sulla scelta del percorso (tra cui il dirottamento della tratta a Serri, nel Sarcidano), in Ogliastra nemmeno la firma dell’accordo di Tortolì del 2006 con la Provincia di Oristano sbloccò la complessa situazione.
Anche le indagini effettuate dalla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Cagliari furono poco rassicuranti, per una previsione di spesa onerosa: 755 milioni di euro per l’ammodernamento dell’ipotetico tracciato in direzione Serri-Tortolì, oppure 116 in tre anni per l’inserimento delle sole bretelle. Seguì l’ideazione di tre scenari e quattro sub-scenari con un costo variabile dai 47 ai 60 milioni di euro: un sogno se si pensa agli ostacoli del Patto di stabilità e dell’assenza di risorse economiche. Ma nel 2012 giungono timidi segnali di attenzione, quando la giunta Cappellacci delibera un finanziamento di 180.000 euro per un progetto preliminare e definitivo della Oristano-Atzara. Grande intoppo fu la mancanza di uno studio di fattibilità sul versante ogliastrino. Intanto, gli anni passano e nulla è stato fatto, oggi si rincorrono gli annunci dell’assessore Maninchedda, come recentemente la disponibilità di un finanziamento da 9 milioni per il miglioramento del lotto tra il viadotto del Grighine e i centri di Allai e Samugheo.
Fra speranze e dubbi, le preoccupazioni degli amministratori comunali sono forti: “Ci troviamo dinanzi ad un’opera di fondamentale importanza – spiega Angelo Nocco, sindaco di Meana sardo nonché Presidente della Comunità montana Barbagia-Mandrolisai – Da tempo che mi batto per questa giusta causa. Durante il mio mandato da consigliere provinciale a Nuoro, difesi la scelta di far passare la strada per Aritzo e Belvì o in caso contrario verso Gadoni e Seulo. Il dibattito molto acceso e le idee spesso contrastanti, non facilitarono una soluzione. Se si aprisse una bretella con l’Ogliastra dal Sarcidano, i disagi per i cittadini sarebbero doppi e il quadro non cambierebbe affatto. Non pretendo che la strada venga realizzata subito, ma che si inizino gradualmente dei lotti sia nel versante est che in quello ovest. I fondi da reperire potrebbero essere quelli Cipe e Psc (Piano strutturale comunale). Credo nell’importanza della nascita di un comitato a sostegno della trasversale composto da società civile e amministratori. Sarebbe il giusto modo per far sentire la nostra voce e fare sistema”. Scettico Maurizio Cadau, vice sindaco di Belvì: “E’ un discorso di lunga data. E’ usuale destinare i fondi per le infrastrutture nelle grandi aree urbane, tralasciando gli investimenti nelle zone interne. Credo che la strada potrebbe giovare allo sviluppo economico e turistico dei nostri comuni e dalla Giunta regionale pretendiamo un impegno certo. Sono totalmente contrario ad una trasversale che parta da Serri, il tratto deve passare per i nostri paesi”.
Sulla stessa linea anche Andrea Piroddi, primo cittadino di Ilbono: “Per noi ogliastrini è da sempre un’opera importantissima. Le nostre strade sono ridotte in pessime condizioni, basti pensare alla statale 389 che si ferma a Villanova Strisaili e alla 125 a Muravera. Siamo isolati dal resto della regione e ne paghiamo ogni giorno le conseguenze, specie quando le nostre aziende commercializzano i loro prodotti. Oltre alla nascita di un comitato sarebbe opportuno promuovere un documento condiviso sul ruolo cruciale delle stessa arteria. Il tragitto ideale sarebbe quello, che partendo dall’oristanese passerebbe per le zone barbaricine e i nostri centri. L’ipotesi Serri è da sempre una pazzia”.
Giorgio Ignazio Onano
(admaioramedia.it)
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