I dati del dossier della Confartigianato imprese hanno certificato le difficoltà del settore artigiano, ma "solo il 2,5% degli atti prodotti nella legislatura – hanno sottolineato i rappresentanti di categoria – va a favore e rispetta le esigenze delle aziende, soprattutto artigiane: appena 16 provvedimenti riconducibili alla riforma dell'artigianato". Secondo il presidente di Confartigianato imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti, "un risultato sconfortante, i politici ci sentono, ma non ci ascoltano, con scarsa attenzione nei confronti del 23% della forza produttiva sarda".
Sul tema interviene anche il capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, che ha presentato un’interpellanza urgente alla Giunta regionale: “Dalla manovra finanziaria non emerge nessun segnale significativo a favore dell’artigianato isolano, un settore sempre più schiacciato dalla crisi”. "Le aziende isolane boccheggiano senza il sostegno degli istituti di credito e con un costo del denaro diventato ormai insostenibile – ha aggiunto Rubiu – Una delle aree maggiormente depresse, con un salto all’indietro preoccupante, è quella del Sulcis Iglesiente. Nonostante le eccellenze non manchino: l’artigianato tessile di Villamassargia e dintorni, coi tappeti realizzati dai maestri del settore, i coltelli di Fluminimaggiore, l’arte del bisso di Sant’Antioco, le produzioni ittiche, il comparto dell’edilizia. La Regione deve ridare un valore aggiunto all’artigianato sardo, favorendo la riapertura dei rubinetti finanziari anche attraverso gli istituti di credito isolani, per assegnare un ruolo strategico alle imprese del settore”. (red)
(admaioramedia.it)
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