"Cagliari, fondata dai Fenici, nei secoli è stata occupata dai Cartaginesi, dai Romani, dai Vandali, dai Bizantini. Nel Medioevo è a capo di uno dei quattro Giudicati della Sardegna. Poi, dal mare, arrivano altri eserciti e altri occupanti: Pisani, Aragonesi, Spagnoli, Piemontesi, fino all’Unità d’Italia". Così recita il testo in bella mostra nella guida di Cagliari (nella foto) distribuita negli infopoint e all’aeroporto di Elmas, ed è il biglietto da visita scelto dal Comune di Cagliari per illustrare la nostra città ai turisti in arrivo. Saltando a piè pari le inesattezze contenute nel resto della guida, vorrei porre l’accento su quelle righe dedicate alla storia della città. Un disastro che non lascia dubbi: gli autori affermano che Cagliari fu terra di conquista per tutti coloro che decisero di occuparla. Appare come una facile preda disarmata che subisce violenza senza batter ciglio, forse offrendo l’altra guancia. I suoi cittadini sono inermi, succubi delle potenze straniere che fanno ciò che vogliono in un arco di tempo che va dai nuragici (residenti all’arrivo dei Fenici) fino a Garibaldi. Insomma… gente incapace di difendere la propria identità culturale, del territorio e delle abitudini.
Ma c’è del vero in tutto ciò? Direi proprio di no, poiché si tratta dei soliti luoghi comuni che da decenni inquadrano i sardi nel famoso “Pocos, locos y mal unidos” attribuito a Carlo V, ma mai verificato in alcun documento o altra fonte storica. Ebbene, fu Martin Carrillo, ambasciatore del re Filippo IV nel 1641, in un resoconto stilato per il sovrano spagnolo in merito alla situazione linguistica e culturale della Sardegna a pronunciare quelle parole, e da allora tutti coloro che vogliono denigrare l’identità sarda ricorrono a quella frase scellerata che dovrebbe essere utilizzata, invece, per mostrare uno degli aspetti positivi dei sardi, ossia la loro capacità di decisione individuale, una peculiarità che costituisce da sempre il fondamento ideologico di chi vive in condizioni di autosufficienza.
Vorrei offrire una prima riflessione ai dirigenti del Comune di Cagliari: ritirare dagli infopoint quella guida bugiarda che svilisce le qualità della città antica, interfaccia dei commerci nel Mediterraneo, porto aperto verso oriente e occidente e in grado di svolgere la funzione di amministratore e distributore delle merci. In secondo luogo suggerisco di avvalersi, per la ricostruzione storica, di studiosi esperti della storia locale, in grado di segnalare che la vita della città procede ininterrottamente fin da almeno 5000 anni, che è proseguita con le ricche genti di Monte Claro e del Vaso Campaniforme, proseguita con i nuragici e poi integrata dall’inserimento di gruppi di mercanti e artigiani che fecero della città un gioiello incastonato nel Mediterraneo.
Pierluigi Montalbano (dal Quotidiano Honebu di Storia e Archeologia)
(admaioramedia.it)
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