Prima una lettera congiunta di cinque organizzazioni sindacali dei poliziotti (Sap, Silp Cgil, Ugl, Coisp, Uil), indirizzata ad alcune autorità (Prefetto, Questore, Sindaco e Governatore), per denunciare le condizioni di gestione degli sbarchi e dell'immigrazione a Cagliari.
Poi, una risposta del prefetto Perrotta, che ha tutto il sapore di uno 'scaricabarile' ("I cittadini stranieri da espellere sono gestiti dalle forze di polizia. Non si tratta di attività di accoglienza e comunque non ci è stato chiesto nulla", ha detto a L'Unione Sarda) per la difficile situazione dei 20 clandestini, in attesa di espulsione, costretti a dormire nei corridoi della caserma di viale Buoncammino.
Però, hanno ribattuto le cinque sigle sindacali in un'altra lettera inviata al Prefetto di Cagliari, "se il centro di Elmas è stato chiuso è per sua responsabilità, lasciando senza alcuna alternativa la gestione degli stranieri in attesa di espulsione". Inoltre, essendo autorità provinciale di Pubblica sicurezza, "sembra fuori luogo che scarichi la responsabilità del fallimento nella gestione dell’immigrazione cittadina. Quanto accaduto non è stato un difetto di carattere umanitario, ma una falla nella gestione dell’ordine e della sicurezza pubblica".
Quindi, un invito a trasformare le parole ("espresse durante le tante passerelle pubbliche") in fatti per "evitare il ripetersi di situazioni sconcertanti come quelle dei giorni scorsi. Vanno determinate urgentemente strutture idonee, agevolando una sinergia nella pluralità degli organismi che cooperano nelle attività". Resta, comunque, in piedi anche l'ipotesi di "azioni eclatanti se verranno disattese le richieste d’intervento". (red)
(admaioramedia.it)
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