Risentito dal commento pubblicato ieri (“Il vizietto di compiacersi della morte dell’avversario politico arriva a Terralba“), il consigliere comunale di Terralba, Alessandro Cauli, ha scritto alla Redazione per chiedere di replicare “alle calunnie scritte” per “imbastire processi alle intenzioni”. Ovviamente, chiunque può facilmente verificare l’assenza di ‘calunnie’, tanto meno si parlava di ‘intenzioni’, bensì di un fatto ben preciso e circostanziato: il ‘mi piace’ apposto dal consigliere ad un post su facebook inneggiante l’assassino di due giovani missini nel 1978. Peraltro, frettolosamente (ed inutilmente) eliminato dopo che la vicenda è stata segnalata sul social. Purtroppo, l’ampollosa nota inviata era talmente traboccante di parole, che la Redazione ha ritenuto impossibile pubblicarla integralmente, affidandomi il compito di riportarne alcuni stralci con l’obiettivo di agevolare la giustificazione addotta dal consigliere Cauli per il famigerato ‘like’ sul messaggio postato da un anacronistico Coordinamento antifascista cagliaritano.
Come lui spiega, si è trattato di un “appunto”, una sorta di promemoria (“sono sulla soglia degli anta e la mia memoria fa acqua da tutte le parti”, si è commiserato il consigliere 39enne), perché “incuriosito dalla vicenda, di cui avevo sentito parlare ma di cui non ricordavo nulla“. Ma solo dopo aver “ricevuto messaggi inquisitori, conditi da qualche insulto piuttosto pesante”, Cauli si rendeva conto che “i compagni di Cagliari avevano commentato la nota originale con un perfido ’10/100/1000 Acca Larentia’…”. Insomma, non solo smemorato, ma pure distratto. Ma, come lui stesso ha sottolineato, sulla ‘soglia degli anta’ le facoltà cominciano a ‘fare acqua da tutte le parti’.
Il consigliere comunale di Terralba si definisce “molto eclettico dal punto di vista filosofico, non da quello più strettamente politico, avendo militato e/o simpatizzato per il sindacalismo di base dell’Usb, per partiti come Rifondazione Comunista e Sinistra Critica”, ma ora tifa per “l’area della sinistra indipendentista”. Perciò, ecco spiegato il condimento con un immancabile attacco ai fascisti per imprecisate “dichiarazioni di fuoco” sul suo ‘mi piace‘, premessa ad una filippica sulla vicenda dei Marò, ovviamente anche loro considerati ‘fascisti’ in quanto militari, condita con un riferimento alle stragi, ovviamente fasciste, ed al malaffare di Mafia Capitale, ovviamente fascista. Quale sia il nesso di tutto ciò coi due giovani (18 e 20 anni) missini giustiziati esclusivamente per la loro militanza, forse è da ricercare nella confusione indotta dagli ‘anta’ in arrivo.
Comunque, Cauli, che tra i suoi riferimenti culturali ha citato pure Toni Negri, “pur essendo un pacifista” confessa di non essere “mai stato un sostenitore della non violenza”, perciò “non ritengo di dovermi pentire di un like su facebook e di dover condannare alcuno”. Sopratutto perché i fascisti che “non sanno più fare politica fuori da social network e da (qualche) istituzione, sono il sintomo di una malattia più grande. E comportandosi in questo modo scelgono, ancora una volta e in coerenza con loro storia, di essere parte del problema e non della sua soluzione”. Insomma, per certe menti, ‘sulla soglia degli anta’, il problema sono ancora i fascisti.
Arsenico
(admaioramedia.it)
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Un dinosauro…
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