“Il valore di questo sondaggio non è dissimile a quello dell’oroscopo giornaliero”. E’ la chiusura del documento firmato da una parte del gruppo dei consiglieri comunali azzurri di Olbia, Marco Piro, Michele Fiori, Marzio Altana, Tiziano Pinna e Giovanni Casalloni, in merito al comunicato diffuso ieri dal commissario provinciale di Forza Italia, Giuseppe Fasolino. La nota dei cinque 'dissenzienti' forzisti si basa sulle considerazioni del Sindaco di Golfo Aranci e non sui dati del sondaggio, perché, a quanto pare, oltre al committente, lo stesso Fasolino, nessuno sembra averli visti. A parte questo curioso paradosso, che ha fatto infuriare anche alcune persone tirate in ballo dal test che non appartengono al partito di Berlusconi, è evidente che il sondaggio si è trasformato in una grana, se non proprio in una frattura, per Forza Italia.
“Da diversi anni in Italia si parla di 'flop dei sondaggi politici' – si legge nel documento – e i macroscopici errori in tutte le competizioni elettorali svoltesi negli ultimi cinque anni hanno suscitato un acceso dibattito tra gli stessi operatori del settore che non si stancano di mettere in guardia rispetto ad un loro utilizzo 'predittivo', rimarcando che il sondaggio valuta esclusivamente il momento nel quale viene svolto. Da qui nasce la nostra prima perplessità, non riteniamo infatti che un sondaggio fatto prima che siano chiari i contendenti possa avere alcun valore a parte quello di valutare una popolarità personale peraltro scontata. Inoltre nei sondaggi condotti attraverso interviste telefoniche, come nel nostro caso, il tasso dei rifiuti a rispondere è altissimo, creando un grave effetto distorsivo nel campione".
Inoltre, i consiglieri considerano che “nel nostro paese la popolazione sopra i 18 anni non presente negli elenchi telefonici utilizzati (in quanto priva di telefono fisso familiare o con numero telefonico non pubblicato) ammonta al 40% di tutti gli individui, con punte superiori al 50% per alcuni segmenti, come i giovani fra i 31-40 anni che non compaiono negli elenchi per il 57%, e si capisce meglio la nostra contrarietà".
"Fin qui le perplessità sullo strumento in generale, perplessità che si sono trasformate in certezza alla lettura delle domande poste dagli intervistatori. Il sondaggio contiene infatti molte di quelle domande che Elio Brusati, il padre della ricerca statistica in Italia, definiva 'devianti', cioè tali da poter influenzare, con la loro forma o per i riferimenti che contengono, la risposta di una parte egli intervistati. Tali non possono che essere definite domande nelle quali una delle risposte appare indorata da connotazioni di tipo virtuoso, o quelle nelle quali uno degli schieramenti che si confrontano è rappresentato da un numero diverse volte superiore di componenti. Se aggiungiamo i gravi errori di conoscenza del territorio dimostrati dai sondaggisti (tra tutti l’assenza dell’UPC di Antonio Satta e il riferimento a Monti per i Riformatori Sardi), non possiamo che concludere che, a nostro avviso, il valore di questo sondaggio non è dissimile a quello dell’oroscopo giornaliero”.
Mauro Orrù
(admaioramedia.it in collaborazione con Olbianova)
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