Secondo i sindacati “la selezione per il direttore generale di Agris potrebbe essere orientata su soggetti già individuati”. E’ bufera sulla nomina del nuovo direttore generale di Agris, l’Agenzia di ricerca in agricoltura della Sardegna. Lo scorso anno, la Giunta regionale nell’intento di un'ipotetica e imminente riforma delle Agenzie, che non si è concretizzata, nominò i direttori generali delle tre agenzie agricole Laore, Argea e Aagris per solo un anno e i primi due, scaduti nel mese di agosto, sono già stati nominati, mentre è tutto in alto mare per quello di Agris e ad oggi non è ancora stata nominata la Commissione che dovrebbe prendere in esame le candidature. Scaduto il mandato del dg di Agris nominato lo scorso anno, peraltro in ritardo rispetto a quelli di Laore e Argea, il 7 ottobre l’Assessorato dell’Agricoltura con determina del direttore generale (numero 16498 – 962) ha pubblicato un “Avviso pubblico per acquisizione di manifestazioni d’interesse” per la nomina del dg di Agris. E qui scoppia la bufera. E’ previsto, infatti, che l’incarico sia assegnato a chi ne abbia i requisiti, ovvero, quello fondamentale ed imprescindibile è la titolarità della carica dirigenziale, titolo che si può acquisire soltanto con concorso pubblico.
“La Corte costituzionale ha infatti sgombrato il campo eliminando ogni dubbio in merito precisando che dirigenti si diventa solo dopo aver superato un concorso”, affermano i sindacati Uil Fpl e Sdirs (Sindacato dei dirigenti e direttivi Regione Sardegna), che chiedono l’immediata revoca dell’avviso pubblico “per forte ambiguità” e “dubbia legittimità” di alcuni punti nei quali si individuano “i requisiti che devono essere posseduti dai candidati”, ovvero “al punto d) dell’art. 2 dell’avviso pubblico”. I sindacati ritengono “fortemente discutibile che tra i fattori per verificare la sussistenza del requisito del punto 5, cioè l'avere ricoperto per almeno cinque anni incarichi di responsabilità amministrativa, tecnica e gestionale in strutture pubbliche o private”, possano essere presi in considerazione “arbitrariamente e alternativamente” incarichi dirigenziali di varia natura rispetto ad “avere ricoperto incarichi di coordinamento di Progetti di ricerca e/o Innovazione tecnologica nazionali e/o internazionali. Tale requisito – recita l’Avviso contestato – sarà considerato sussistente per un massimo di un anno per i progetti di durata inferiore ai tre anni e per un massimo di due anni per i progetti di durata superiore. In ogni caso tale requisito sarà considerato sussistente per un massimo complessivo di due anni”.
“A parte la farraginosità del concetto espresso – dice il segretario generale del sindacato regionale dei dirigenti, Cristina Malavasi – sembra di essere davanti al tentativo, neanche tanto nascosto, di collocare il coordinamento di progetti di ricerca sullo stesso piano degli incarichi dirigenziali. Varrebbe quindi il principio, valido solo per Agris ed in barba al ‘sistema Regione’, che un soggetto privo della qualifica di dirigente possa assumere addirittura la direzione generale di un Ente”. Insomma, dietro le “discordanze desumibili dai due avvisi pubblici (dell’anno scorso e quello di quest’anno, ndr) – denuncia Malavasi – potrebbero far pensare che la procedura selettiva si orienti su soggetti già individuati”. I sindacati quindi, “ribadita la necessità di garantire adeguate soluzioni normative ed organizzative ispirate al merito ed alla trasparenza e finalizzate alla valorizzazione dei quadri regionali”, auspicano che “in termini di autotutela la procedura ad evidenza pubblica per l’acquisizione di manifestazioni di interesse alla nomina di Direttore generale dell’Agris Sardegna sia riconsiderata”. Insomma, “cosa direbbe questa Giunta di Professori universitari se a fare il Rettore fosse nominato un ricercatore che non ha mai fatto il concorso per diventare associato e neanche ordinario?”.
Emanuele Concas
(admaioramedia.it)
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