Se negli anni del boom economico l’agricoltura veniva considerata un campo non degno di interesse, recentemente l’importanza di questo settore è aumentata facendo emergere esempi di eccellenza, in particolare tra i giovani. È il caso di Luca Gungui, imprenditore vitivinicolo 31enne di Mamoiada.
Non si tratta di un esordiente nel mondo del lavoro, infatti dopo aver infatti conseguito nel 2008 la laurea in Scienze della Pubblica Amministrazione, con il massimo dei voti, ed aver trascorso varie esperienze lavorative nel settore pubblico, nel 2015 ha scelto di tornare alle proprie radici nella gestione dell’azienda familiare “Sas de Melas”. Una piccola ma virtuosa realtà, estesa su una superficie di due ettari e mezzo, che prende il nome dalla località che la ospita, a circa 1 km dal paese dei Mamuthones. A caratterizzarla, la presenza di 6.000 punti vite “Cannonau”, una sessantina di uliveti, qualche mandorlo, un piccolo frutteto ed immancabile l’orto per il consumo familiare. “A Sas de Melas tutti facciamo un po’ di tutto, non ci sono ruoli – spiega Gungui – Cerchiamo solo di fare del nostro meglio soprattutto in vigna, la vera anima dell’azienda. L’idea di lavorare la terra è sempre stata nei miei pensieri fin da piccolo. Amavo stare all’aria aperta e appena terminati i compiti facevo compagnia a mio nonno o a mio babbo e cercavo di apprendere le tecniche di lavorazione in vigna. Naturalmente fra tutte le fasi di lavorazione la mia preferita era la vendemmia, come per tutti i bambini. In realtà è ancora la mia preferita. Per me è stato un ritorno alle origini.”
Su facebook hai le foto dei nonni Tziu Servadore e Tziu Juvanne Zoseppe, anch’essi viticoltori. Sono dei punti di riferimento?
“Sono stati dei punti di riferimento importanti. Grazie al lavoro in campagna sono riusciti a soddisfare i bisogni delle proprie famiglie, con impegno, dedizione quotidiana e tanta umiltà. Non si sono fermati ai consigli, ma hanno entrambi preferito dare il buon esempio.”
Hai incontrato delle difficoltà di inserimento nel passaggio dal pubblico impiego a quello imprenditoriale?
“È lo stesso lavoro. L’impiego è rimasto invariato, è solo cambiato il pubblico, prima erano i cittadini e adesso sono le viti, altrettanto esigenti, talvolta dispettose, ma, a differenza dei cittadini, abbastanza taciturne. Scherzi a parte, credo che non sia importante ciò che uno fa, ma come lo fa. Quanto amore e quanto impegno mettiamo in ciò che realizziamo. Con questi presupposti credo che tutte le difficoltà possano essere superate agevolmente.”
Che vino producete e dove lo commercializzate? Quali canali utilizzate per promuoverlo?
“Produciamo un Cannonau a denominazione di origine controllata in purezza, quindi il 100% proveniente da uve Cannonau di Mamoiada. Per quanto riguarda la commercializzazione ci troviamo ancora in fase di start up e analisi del mercato. La bottiglia d’annata (vendemmia 2015) uscirà ai primi di giugno. Possiamo dire che il nostro punto di riferimento è rappresentato da quella nicchia di mercato amante del vino robusto, sincero e senza compromessi e, più in generale, amanti della tradizione enogastronomica barbaricina. Le enoteche, le rivendite specializzate, i piccoli ristoranti rappresentano dei buoni canal, senza, tuttavia, tralasciare la vendita diretta: conoscere direttamente i consumatori e instaurare con loro un rapporto che vada oltre il commercio per noi è molto importante.”
Cosa consigli ai giovani che vorrebbero ‘ritornare alla terra’?
“Non credo di essere in grado di dare consigli. Posso solo dire, citando Ernest Hemingway, che la terra è un bel posto e per essa vale la pena di lottare e, aggiungo, consegnare nelle mani delle future generazioni una terra migliore di quella consegnataci dalle generazioni che ci hanno preceduto.”
Il ‘posto fisso’ non è più una certezza, il riavvicinamento a questi settori può essere un’opportunità di sviluppo per le zone interne?
“In realtà il cosiddetto ‘posto fisso’ è stato creato dai codici e dalle norme in seguito allo sviluppo industriale post bellico, quindi più che una certezza che ad oggi sta vedendo meno è una forzatura socio-economica sviluppatasi in Occidente negli ultimi 50 anni. Il mondo è cambiato e oggi per stare sul mercato occorre essere bravi, preparati, competenti. Il riavvicinamento a questo settore che è il settore primario può essere una opportunità di sviluppo per le zone interne e più in generale, per la Sardegna purché ci si riavvicini con serietà e competenza.”
Quali progetti per il futuro di “Sas de Melas”?
“Tanti progetti e qualche sogno, ma un passo alla volta. Domattina, alle 8, appuntamento all’orto per vedere se l’ultimo cavolo verza è pronto per l’insalata.”
Giorgio Ignazio Onano
(admaioramedia.it)
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CambaGigi
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