Era stato preannunciato l’arrivo a Cagliari di 550 immigrati, a bordo di una nave lussemburghese, ma questa mattina un improvviso cambio di destinazione li porterà a Messina o in Calabria. Comunque, la Prefettura di Cagliari e di Sassari avevano già dichiarato la disponibilità, grazie agli ultimi bandi, di circa 700 posti per l’accoglienza, dei quali almeno 500 a Cagliari e dintorni. Perciò, se non saranno i 550 previsti, a breve arriverà qualche altra nave che ha partecipato alla missione Triton al largo delle coste libiche che nelle ultime ore ha salvato 2.700 persone.
Nell’ultima tabella di ripartizione degli arrivi (stabilita, con un dubbio criterio, esclusivamente sulla popolazione residente), fornita dal capo del Dipartimento per l’Immigrazione, il prefetto Mario Morcone, alla Sardegna era richiesta una quota di accoglienza di ulteriori 407 posti, indicando che, alla data del 22 giugno, nell’Isola, tra strutture temporanee, Cara e Sprar, si trovano già 1.945 immigrati. L’elevato numero di posti disponibili recuperato dall’azione delle Prefetture ha evidenziato come anche in Sardegna l’emergenza si sia trasformata in un vero affare, un modo per combattere la crisi. Tanto che tra i posti recuperati col bando del 9 giugno, alcuni sono appartamenti in pieno centro a Cagliari (via Boccaccio e via D’Arborea) con 18 posti disponibili, trovati dalla Onlus Gus Puletti di Macerata. La stessa associazione marchigiana, unica partecipante al bando non sarda, ha proposto anche 12 posti in due appartamenti a Selargius (via Pais). Posti disponibili in appartamento anche a Quartu (80 in via Garibaldi) e 100 sono pronti in un albergo a Sinnai. L’Enap Sardegna ha messo a disposizione 150 posti nel Convitto di via Mazzini a Carbonia, mentre 28 sono a Capoterra in appartamento (via Trento) e 10 ad Assemini (via Trexenta). Case indipendenti anche a Senorbì, con 45 posti in vico Argiolas e via Perduanedda. A Tratalias saranno ospitati 12 in Comunità alloggio. Qualche problema, invece, potrebbe esserci a Settimo San Pietro, dove la Cooperativa sociale Ora di Cagliari ha indicato la disponibilità di 80 posti in appartamenti, indicati in via Spinelli, ma sembrerebbe si tratti di un edificio in zona industriale non adatto ad usi abitativi.
L’avviso pubblico della Prefettura era rivolto ad “associazioni, organismi del privato sociale ed operatori economici con comprovata esperienza” nel settore dell’accoglienza, ma anche a “strutture alberghiere” da convenzionare ad un massimo di 35 euro più Iva al giorno, “purché garantiscano i servizi”. Le minime offerte di ribasso hanno determinato costi giornalieri dai 33,25 ai 34,99 euro. I servizi richiesti sono il ricevimento e la registrazione degli ospiti; il controllo e la verifica della piena adeguatezza e funzionalità degli impianti della struttura; la tenuta del registro delle consegne dei beni e delle presenze alle attività svolte; l’orientamento sulle regole comportamentali all’interno della struttura; l’assistenza ad eventuali bambini e/o neonati; il servizio di lavanderia, trasporto, pulizia ed igiene ambientale; l’erogazione dei pasti; il servizio di mediazione linguistica e culturale, che prevede assistenza sulla normativa dell’immigrazione e per la stesura della domanda d’asilo, sostegno socio psicologico, assistenza sanitaria, orientamento al territorio. Inoltre, agli immigrati spettano un telefono cellulare; la ricarica telefonica di 15 euro; il “pocket money” di 2,50 euro al giorno, fino ad un massimo di 7,50 per nucleo familiare, da fornire in “buoni” spendibili in esercizi commerciali convenzionati o in carte prepagate o in denaro contante.
Considerati gli arrivi, in costante crescita, è facile prevedere un’altra imminente circolare del prefetto Morcone che incrementerà le quote spettanti ad ogni Regione, confermando un perverso gioco al rialzo che, almeno d‘estate, non conoscerà tregua. Una difficile gestione del fenomeno immigrazione che sta anche ‘ingessando’ gli organici delle Prefetture, costretti ad occuparsi quasi esclusivamente di immigrazione, dopo l’istituzione del ‘servizio taxi Triton’ che li scarica tutti in Italia. Peraltro, il moltiplicarsi delle associazioni e delle aziende che partecipano ai bandi hanno determinato la suddivisione degli immigrati in almeno 50 punti di accoglienza ed altrettante località, con scarse possibilità di controllo del rispetto delle regole e degli standard richiesti. Tralasciando i problemi legati alla sicurezza ed alle sempre più numerose proteste degli immigrati destinati in Sardegna. (fm)
(admaioramedia.it)
6 Comments
Lilli Pitzalis
Condivido pienamente con Franco Atzeni…nn se ne puo’piu’la Sardegna sta diventando una discarica …..
Salvatore Ignazio Lallai
Salvatore Ignazio Lallai liked this on Facebook.
Daniela Livesi
Daniela Livesi liked this on Facebook.
Lilli Pitzalis
Lilli Pitzalis liked this on Facebook.
Antonella Zedda
Antonella Zedda liked this on Facebook.
Patrizia Sulas
Patrizia Sulas liked this on Facebook.