Il 1° luglio dovrebbe nascere l’Asur, Azienda sanitaria unica regionale, grazie al disegno di legge che oggi la Giunta ha approvato. L’Azienda unica sarà affiancata dalle Aree socio-sanitarie locali, dai Distretti sociosanitari e dall’Areus, Azienda regionale dell’emergenza e urgenza della Sardegna, mentre restano l’Azienda ospedaliera Brotzu, l’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari e quella di Sassari.
Il fronte dell’opposizione si divide tra contrari e scettici: “Un inutile centro di potere che diventa un unico luogo di decisioni verticistiche – ha contestato il consigliere regionale di Forza Italia, Edoardo Tocco – Non è certo la panacea per sanare i mali del sistema isolano. Il territorio deve avere una pluralità di rappresentanza e di organizzazione. L’obiettivo di ripianare il deficit così è una vera e propria utopia perché in realtà si alimentano gli sprechi senza prestare attenzione ai bisogni primari dei cittadini. Il disavanzo sanitario rischia ancora una volta di essere caricato sui sardi con la soppressione delle eccellenze della medicina isolana e non si prevede un adeguato sistema di emergenza urgenza, visto che l’azienda sanitaria unica potrebbe ripercuotersi negativamente sui centri dell’interno con il pericolo che vengano smantellati i presidi ospedalieri di Muravera, Lanusei, Isili, Tempio e Sorgono”.
Disaccordo anche da parte di Marcello Orrù, consigliere regionale del Psdaz: “Non si tratta di razionalizzazione, da un lato si crea un accentramento dei poteri su unico soggetto e dall’altro permane la necessità di mantenere in vita i commissari delle aziende locali che, ne sono certo, verranno prorogati anche dopo il 30 giugno. Tutto ciò non equivale alla forte semplificazione cosi come sbandierato in queste ore dal governatore Pigliaru ma significa solamente un aumento dei costi e dei centri di spesa. Inoltre, saranno gravi le ricadute sui territori già gravati dalla scure che si è abbattuta sui presidi sanitari locali e di periferia con la riforma di riordino ospedaliera. Continua la macelleria sociale sulle spalle dei cittadini e del loro fondamentale diritto alla salute”.
Parziale soddisfazione nel gruppo dei Riformatori, che furono i primi a parlare di Azienda sanitaria unica regionale: “Sembra che finalmente sia arrivata la volta buona per mettere un freno agli sprechi nella sanità sarda, con l’accorpamento delle otto Asl in un’unica Azienda regionale – ha commentato il capogruppo in Consiglio regionale, Attilio Dedoni – Ne abbiamo sempre proposto e sostenuto l’istituzione, indispensabile in questo momento in cui il deficit sanitario è totalmente fuori controllo. Il condizionale è d’obbligo perché è evidente che il partito della conservazione sta già affilando le armi e che farà di tutto per difendere l’uso della sanità come strumento di potere e serbatoio di consensi”. Dubbi espressi anche dal coordinatore regionale dei Riformatori, Michele Cossa: “Nonostante i proclami di questa Giunta trombona, purtroppo la riforma della sanità resterà nel cassetto. Perché sia operativa dovrà essere approvata dal Consiglio entro giugno, ma per quella data non vedrà la luce neppure in commissione. Il centrosinistra è totalmente allo sbando e lo si vede in Commissione Sanità dove non sa che pesci pigliare davanti alla rivolta dei territori contro una rete ospedaliera illogica e penalizzante. Immaginiamo il caos che ci sarà davanti a un disegno di legge che sta già suscitando forti malumori in questa sgangherata maggioranza. Noi, comunque, vogliamo una Asl unica come abbiamo sempre detto e proposto con il nostro testo di legge. L’unica strada per razionalizzare il sistema, ridurre sprechi e duplicazioni”. (red)
(admaioramedia.it)
2 Comments
Michele_Cossa
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Rosalba Serra
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