Domattina, alle 9, si terrà sit in di protesta, organizzato dal comitato “Uniti per la salute di Iglesias”, davanti all’ospedale Cto di Iglesias, una delle strutture maggiormente colpite dalle sforbiciate della sanità previste dalla Giunta Pigliaru. Annunciando la sua adesione alla manifestazione, scatenata anche dai disservizi delle ultime settimane con visite mediche saltate per mancanza di medici, il capogruppo regionale dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha fatto appello al superamento delle contrapposizioni politiche “per scongiurare lo smantellamento della sanità in città, con l’abbandono dei presidi ospedalieri e il degrado dei servizi sanitari”.
“Il rischio – ha aggiunto Rubiu – è che il presidio ospedaliero si trasformi in una sorta di ambulatorio. Un epilogo che non vogliamo. La struttura deve essere classificata come presidio di primo livello, garantendo le prestazioni specialistiche a Iglesias e dintorni. Una situazione grave provocata dal riordino sanitario e dai tagli ai servizi. Ad alimentare ulteriormente le polemiche anche i provvedimenti del commissario straordinario della Asl 7, Antonio Onnis, con lo spostamento di tutti i reparti dal Santa Barbara al Cto: “Un piano attuato senza chiedere le dovute autorizzazioni – ha denunciato l’esponente dell’Udc – che dimostra l’incapacità gestionale dei vertici dell’azienda sanitaria. Ecco perché chiediamo all’Assessore regionale alla sanità l’immediata revoca dell’incarico al Commissario, che opera in piena autonomia con la violazione di norme essenziali per il funzionamento della sanità”.
Contro il Commissario, nei giorni scorsi, era intervenuto anche Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia: “Forse è il caso che il Commissario straordinario metta da parte la frenesia e l’eccesso di zelo che contraddistinguono la sua personale rivoluzione del sistema sanitario del Sulcis-Iglesiente. Il trasferimento dei pazienti tra le strutture sanitarie di Iglesias, avvenuto senza il rispetto delle procedure richieste dalla normativa sono un atto gravissimo. È inaccettabile che la Asl 7 non abbia atteso l’iter procedurale prima di proseguire con lo spostamento dei pazienti, che non sono reparti e attrezzature, bensì esseri umani. Il problema della razionalizzazione del sistema sanitario non tiene conto delle reali esigenze del territorio: manca un sistema di riorganizzazione territoriale serio e rispondente alle reali esigenze; spariscono alcuni reparti; si cancellano strutture periferiche; ma, soprattutto, si tagliano posti letto. Tutto ciò, senza avere consultato adeguatamente le comunità locali e i medici, che quotidianamente si confrontano con i problemi, irrisolti, della sanità sulcitana”. (red)
(admaioramedia.it)
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