Per riuscire a veder scomparire uno svincolo stradale occorre una grande abilità, oppure essere cittadino di Ozieri. E non sto parlando di un cartello indicatore, ma proprio di una strada, con conseguente collegamento al cavalcavia della Olbia-Sassari.
Certo, Ozieri, nell’ultimo decennio, non ha più esercitato quella primogenitura sulle scelte politiche e strategiche del territorio, che in passato l’avevano resa tra le città guida del nord Sardegna, ma che i suoi amministratori non fossero in grado di contrattare con l’Anas nemmeno la sopravvivenza geografico stradale, non l’avremmo immaginato mai.
E così, a ridosso della fine dei lavori, quasi per magia, si scopre che se vieni da Olbia e devi andare ad Ozieri, devi percorrere circa tre chilometri in più in direzione di Tula, attraversare rotonde, strade e stradine e poi accedere, come ultima spes, ad una strada secondaria con accesso per la città. Se perfino le frazioni di Chirialza e di Su Canale (non me ne vogliano gli abitanti) hanno avuto svincoli e collegamenti degni di tale nome e perfino illuminati, perché Ozieri non ha ricevuto lo stesso trattamento?
Tutta questione di magia… Allora, adesso speriamo che per porre riparo a questa porcheria e per facilitare il traffico verso il Goceano, via Fraigas, appaia per incantesimo un cavalcaferrovia, con ponte sul rio Mannu, e il conseguente rifacimento del tratto della strada statale 132 fino alla congiunzione con la Provinciale n.1. Sarebbe l’unico modo per risarcire la città, e il territorio intero, di una mancanza grave e pesante per l’economia e i servizi, ospedale compreso. Abracadabra, abracadabra…
Biancamaria Balata
(admaioramedia.it)