Riforma approvata all’unanimità (46 sì su 46 consiglieri votanti) dal Consiglio regionale: l’Aspal (Agenzia sarda per le politiche attive del lavoro) sostituirà l’Agenzia regionale per il lavoro con uno stanziamento di 28,9 milioni di euro per il 2016 e 29,8 milioni per il 2017. Il nuovo organismo ingloberà anche i Centri per l’impiego, distribuiti nel territorio, ed è previsto l’impiego di quasi 700 persone (attualmente in Agenzia sono 93), seppure la dotazione organica massima prevista dalla riforma è di 800: verrà inserito il personale a tempo indeterminato in dotazione alle Province, di ruolo nelle Province proveniente dal sistema delle politiche attive e con contratto a termine già operativo nell’Agenzia, che verrà stabilizzato. Inoltre, potranno essere stipulati contratti coi precari della vecchia Agenzia o delle Province che si sono già occupati della materia. Tra le novità, il fondo per l’occupazione dei disabili, che beneficeranno di progetti personalizzati, valorizzando l’esperienza delle persone occupate con contratto a termine nell’ambito del progetto “lavor@bile”.
«La scelta della Regione di mettere in campo un unico strumento con risorse umane adeguate è stata la migliore per il mondo del lavoro – ha sottolineato Il presidente della Commissione Lavoro, Gavino Manca (Pd) – Stiamo costituendo una nuova Agenzia con 800 persone dove si stanno facendo confluire anche le unità che lavoravano presso altri contesti ma comunque nello stesso settore, proprio allo scopo di dare vita ad una struttura organica ed efficiente. Ci stiamo avvicinando allo schema europeo, dove il rapporto fra operatore dei servizi per il lavoro e disoccupato da prendere in carico è di 1/70, noi siamo a 1/260 ma stiamo iniziando un percorso virtuoso, consapevoli che il superamento di precariato è un processo difficile e necessariamente graduale, che comunque affronteremo successivamente con grande impegno».
Voto favorevole anche dell’opposizione, seppure con qualche precisazione. Per Alessandra Zedda (FI), «questa legge non risolve tutti i problemi, siamo per una riforma della Regione che parta dalla testa e arrivi al settore del lavoro. Abbiamo ancora da risolvere parecchi temi di equità e giustizia». «Abbiamo dato il nostro contributo anche per superare le sacche di precariato nel settore delle politiche del lavoro – ha detto Ignazio Locci (FI) – Ci deve essere però un impegno forte della Giunta per mettere in piedi una politica organica ed una strategia complessiva in materia di lavoro». Per i Riformatori, Attilio Dedoni, ha lamentato la «carenza negli stanziamenti ed ha auspicato maggiore sinergia tra gli assessorati del Lavoro e della Pubblica Istruzione, inoltre si affronta il problema di assistere i giovani nella ricerca di un impiego ma non quello di garantire loro delle competenze spendibili nel mercato occupazionale». Preannunciando il voto favorevole, il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis, ha spiegato che «il provvedimento non è punto di arrivo ma punto di partenza che segna un passo importante anche per il superamento del precariato».
Invece, non ha partecipato al voto, Paolo Truzzu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia: «Niente più concorsi pubblici per anni e rischio che la legge sia bocciata dal Governo, penalizzando anche chi ha diritto all’assunzione. La legge prevede un’infornata di oltre 300 precari e cannibalizza i posti a disposizione per il turn-over dei dipendenti e il budget necessario per ulteriori assunzioni. Sarebbe servito maggior coraggio e soluzioni differenti per tutelare chi vanta diritti legittimi e per aprire una seria stagione di concorsi pubblici per svecchiare l’amministrazione regionale». (red)
(admaioramedia.it)
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Uccio72
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