Ottenuto il nulla osta da Berlusconi, Forza Italia ha sciolto le lunghe riserve, superando così le spaccature interne e rinunciando a presentare un proprio candidato di bandiera, proprio nel giorno in cui Piergiorgio Massidda ha presentato il suo progetto davanti ad oltre un migliaio di sostenitori.
“Scegliamo Massidda – ha dichiarato Ugo Cappellacci, coordinatore di Forza Italia – perché rappresenta il punto di contatto tra la Forza Italia delle origini e un progetto civico che nasce a Cagliari e che pone la città non come una delle tante caselle di un ipotetico scacchiere politico o di giochi di potere, ma come elemento centrale dell’azione politica, Forza Italia si presenterà con la propria bandiera, ma per rappresentare anche sul piano simbolico lo spirito di un progetto che pone al primo posto la città e, proseguendo il filone avviato con Forza Italia-Sardegna, avrà la dicitura ‘Forza Cagliari’. Abbiamo messo al primo posto l’interesse della città per unire le forze alternative al malgoverno della Giunta Zedda e riavviare quel rapporto diretto con la comunità che è nel dna del nostro movimento”.
Parole scritte poche ore dopo che Massidda aveva lanciato dalla sala gremita della Fiera la sua “coalizione civica, identitaria, sardista, che nasce dalla passione e dall’energia di ciascuno di voi, da chi pensa che sia il momento di impegnarsi direttamente per far crescere Cagliari”. Sostenuto da undici liste ed in attesa della risposta di qualche partito del centrodestra, chiamato nelle prossime 48 ore a sciogliere gli ultimi dubbi. Nel discorso dell’aspirante sindaco non è mancato il richiamo al distacco dai partiti tradizionali: “Stiamo facendo qualcosa di nuovo senza destra e sinistra, perciò nei sondaggi cresciamo ed andiamo avanti con le nostre idee. Siamo un polo civico contro la partitocrazia, ma siamo un polo inclusivo. Ai partiti sardi abbiamo chiesto di venire con noi, ai nazionali di rinunciare al loro simbolo”.
Per Massidda, “servono sette rivoluzioni per guardare con fiducia al futuro della città: porto, lavoro dall’Europa, turismo, cultura, imprese, commercio e artigianato, innovazione”, con un particolare occhio di riguardo al lavoro. Insieme alla ‘rivoluzione’ al porto viene la zona franca doganale, “che può dare tantissimo a Cagliari”; per il lavoro che arriva dall’Europa “serve una squadra impegnata ad attingere finanziamenti per un piano strategico”; con il turismo si attirano investimenti e “si deve far diventare Cagliari una destinazione e non un transito”; anche la cultura è “fondamentale per creare lavoro”; senza le imprese non c’è lavoro, perciò “bisogna aprirgli le porte, senza vessarle, anzi proteggendole”; commercio e artigianato “devono ricevere più sostegno”; ultima ‘rivoluzione’ quella dell’innovazione, che guarda con attenzione ai nuovi lavori. (red)
(admaioramedia.it)
23 Comments
Marina Fadda
Aiutooo
Giacomo Palla
mi auguro vivamente che fratelli d’italia non entri nel “calderone”
Gianni Usai
Questi non mollano mai , Senatore, Presidente autoritá portuale, ecc.. Ma perché non torni a fare il medico che è cosa buona e giusta. O ritirati !
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