Ci aveva già provato alcuni mesi fa il presidente del Consiglio regionale Ganau, dopo qualche settimana è tornato sull’argomento un noto giornalista nazionalpopolare con casa in Sardegna. Ora è toccato all’assessore Arru, a riprova che l’idea della sostituzione ‘a traumatica’ del popolo Sardo con nuove etnie vada oltre le parole gettate al vento, ma somigli sempre di più al piano teorizzato da Kalergi. Se è vero che la terra Sarda, più che madre, appare matrigna, è pure vero che la classe politica che la governa è più simile ad un coacervo di menti asservite e connotate solo ideologicamente, e non certo individuabili per appartenenza di popolo.
Se così non fosse, infatti, i vari assessori regionali, anziché elucubrare intorno al fenomeno delle ‘culle vuote’, lavorerebbero per incentivare le nascite dei futuri Sardi. Potrebbero impegnarsi lavorando alla programmazione di aiuti per le giovani coppie, ad esempio facilitando il rientro in terra Sarda di quelle migliaia di giovani super specializzati nelle università di mezzo mondo, creando i presupposti per la creazione di posti di lavoro in agricoltura e turismo. Predisponendo una vera continuità territoriale per facilitare gli spostamenti con la terra ferma e con il continente Europeo, mantenendo i servizi nelle zone periferiche della Sardegna aiutando la popolazione che non vive nelle città, garantendo a tutti l’accesso all’istruzione e alla sanità.
Quando si decide di mettere al mondo un figlio, caro Assessore, sono necessarie delle certezze se non si è del tutto incoscienti. Ci vuole un lavoro a certificarne il sostentamento, una comunità sana intorno a consentirne la crescita, una sanità pubblica per garantirlo ed una scuola per aiutarlo a diventare uomo. Se mancano queste cose le culle rimangono vuote, i piccoli centri si svuotano di persone di cultura e di tradizioni, mancano le certezze sul presente e persino i sogni sul futuro… Ed è facile, invece, che prenda il sopravvento una tipologia di persone che non sapendo cosa dire lancia al vento parole senza senso, assieme ai fiocchi rosa e celesti.
Biancamaria Balata
(admaioramedia.it)