Todos caballeros. Pare che l’Imperatore Carlo V, in visita occasionale ad Alghero nel 1541, avesse elevato tutti i suoi abitanti al ruolo di cavalieri, né più né meno come sta succedendo recentemente in Sardegna a proposito della sanità regionale.
Tutti esperti di salute pubblica alla stessa stregua dei commissari della nazionale di calcio in periodo di campionati mondiali. Il risultato, per dirla alla sarda, è “centu concas, centu berritas”. Tutti esperti di sanità, sventolando la ricetta rossa del cambiamento e dell’innovazione, al fine di garantire al popolo malaticcio la soluzione ai propri problemi. O perlomeno il ricorso ad una morte lenta ma senza sofferenza. Ogni illuminato è convinto che la sua sia la strada giusta e che gli altri siano affetti da delirium tremens conseguente all’astinenza da governo politico.
La storia è sempre la stessa. Si cerca di convincere la gente che tutto è sotto controllo e che se ci si ammala in definitiva è per colpa nostra. Le motivazioni non mancano: poco moto, troppi grassi, fumo ed affini, alcool, inquinamento ambientale, età che avanza. Cosa si può fare? Semplice: aumentando il numero dei medici, diviso per il numero dei pazienti, moltiplicando per 2 il coefficiente di scorporo dei posti letto in relazione alla distribuzione geomorfologica della Sardegna, tenuto conto dell’età che avanza e della crescente mortalità volontaria e involontaria di tutti coloro che incorrono in malattie innovative e di vecchia data, soprattutto causate da un uso improprio delle terapie farmaco dinamiche in relazione al costo e agli effetti collaterali, il gioco è fatto.
È evidente che ci vorrà il tempo di assestamento neuropsicodeontologico e tutto sarà risolto dando ai sardi la possibilità di usufruire di un sistema sanitario equo e solidale, onore e vanto della Regione Sarda. Se poi, nel corso degli anni il numero delle Asl tenderà a salire, nessun problema. Un buon antipiretico riporterà tutto alla norma. Per quanto riguarda le liste d’attesa, si stanno già risolvendo con l’aumento del personale addetto ai centralini dei centri di prenotazione. Un ramo a parte della politica regionale, i ‘no parcheggiatori’, si sta già occupando di un altro grave problema sanitario.
Fabio Barbarossa
(admaioramedia.it)