Nelle ultime sedute in Consiglio regionale prima dell’estate, durante il dibattito sul testo unico regionale sul Turismo (approvato il 26 luglio), un voto a scrutinio segreto aveva fatto il ‘miracolo’: un emendamento all’articolo 11 (riguardante incentivi alle strutture che vogliono ammodernarsi e dotarsi di nuove attrezzature) presentato dal centrodestra (primo firmatario Antonello Peru, consigliere di Forza Italia), aveva distinto le strutture che si occupano esclusivamente di turismo da quelle destinate all’accoglienza degli immigrati, escludendo dagli incentivi quelle strutture ricettive che, per fame di ‘business’, si sono votate all’accoglienza delle migliaia di immigrati che sono già sbarcati in Sardegna negli ultimi anni. Inoltre, ai destinatari del contributo regionale era stato vietato di svolgere per 5 anni il servizio di accoglienza degli immigrati, pena la revoca e l’obbligo della restituzione.
Fu un voto segreto che spiazzò la maggioranza di centrosinistra (27 voti favorevoli e 22 contrari), grazie a qualche ‘franco tiratore’, scatenando la scomposta reazione di alcuni consiglieri, che parlarono addirittura di “pagina peggiore nella storia dell’autonomismo”, “principio razzista”, “emendamento della vergogna“, “odio sociale e ostentazioni razziste”. Una articolata sfilza di accuse per condannare un emendamento che nella nuovalegge sul turismo destinava i fondi solo a chi nelle proprie strutture avrebbe ospitato esclusivamente turisti.
Il centrosinistra aveva promesso che avrebbero rimediato e, con un’urgenza degna di migliori cause, in meno di due mesi è tornato in Aula per correggere il testo: “E’ in gioco un principio inalienabile di giustizia e di solidarietà sociale che non può essere cancellato da un emendamento capzioso – ha spiegato il consigliere di Sdp-Art.1, Luca Pizzuto – Il problema non è come riorganizzare il sistema turistico ma come organizzare localmente e non centralmente il sistema dell’accoglienza e comunque non possiamo restare indifferenti davanti alla sofferenza di milioni di persone”.
L’opposizione, ovviamente, ha confermato l’orientamento: “Si crea una pericolosissima commistione fra imprenditori del turismo e dell’accoglienza, finanziata da altre risorse – ha ribadito Marco Tedde (Forza Italia) – è stato un emendamento di buon senso e cancellarlo è sbagliato”. “Distinguere fra imprenditori turistici ed imprenditori dell’accoglienza è segno di saggezza e significa guardare in faccia la realtà, al contrario se una Regione ad economia turistica come la Sardegna fa confusione su questo sbaglia di grosso”, ha aggiunto Luigi Crisponi, (Riformatori). Per Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia), “la legge sul turismo destina risorse a chi opera nel settore e non ad altri, le risorse per l’accoglienza sono diverse e ci sono, questa legge nasce da una visione ideologica”. Infine, Alessandra Zedda (FI): “La norma che proponete è uno scempio, la vocazione turistica non è l’accoglienza”.
Questa volta non è arrivata alcuna richiesta di voto segreto: “Vogliamo che la maggioranza si assuma la responsabilità dell’approvazione di un simile provvedimento che niente c’entra con la politica dell’accoglienza”, ha detto il capogruppo di Forza Italia, Pietro Pittalis. Perciò, questa volta, senza i ‘franchi tiratori’ protagonisti del voto segreto di luglio, la maggioranza ha ‘conquistato’ la modifica della legge con 27 voti favorevoli e 12 contrari. (fm)
(admaioramedia.it)