Nella provincia di Cagliari nel 2016 si sono avuti 3.071.709 presenze (o pernottamenti) con un aumento del 5,6% sui 2.872.063 del 2015 quando vi era stato un analogo incremento del 5,6% sul 2014 (2.719.125). L’aumento è stato di poco meno di 160mila presenze mentre nel 2015 era stato di 152mila. Ovviamente ci si riferisce all’attività negli esercizi classificati senza tener conto del sommerso e abusivo.
Non sono risultati soddisfacenti, conseguiti in anni in cui la situazione era decisamente favorevole, per le problematiche soprattutto nei paesi della costa meridionale ed orientale del Mediterraneo, e le attese erano molto superiori. Non si conosce ancora la situazione delle altre zone della Sardegna (il Servizio statistiche della provincia di Cagliari ha operato in maniera rapida e lodevole per la raccolta ed elaborazione dati) e dell’Italia, le aspettative e le prime indicazioni, però non documentate, sono di un 10%. Circa tre quarti della clientela va negli alberghi (74%) e di questi il 63% sono italiani e il 37% stranieri. Vi è stato un aumento sul 2015 del 1,9%, in misura pressoché uguale: le presenze di italiani sono state 1.411.000 e quelle di stranieri 822.000, la permanenza media è rispettivamente 4,1 e 4,6. Gli italiani sono il 75% e gli stranieri il 71% sul totale delle presenze complessive. Lo IU (indice di utilizzazione dei posti letto) è stato 23,8, in diminuzione rispetto all’anno precedente (24,1) in quanto i posti letto sono aumentati del 2,9% (25.659 contro 24.935).
Le variazioni non sono costanti: in alcuni mesi vi sono stati aumenti e in altri diminuzioni: per esempio in luglio e agosto gli italiani sono diminuiti mentre sono aumentati in tutti gli altri mesi. La diminuzione nei due mesi è di circa 25.000 unità e l’aumento negli altri dieci è di 50.000 con un saldo positivo di 25.000 circa. Per gli stranieri diminuzione da marzo a giugno ed aumento negli altri con una crescita di 18.000 in luglio e quasi 10.000 tra settembre e ottobre: in tutto vi sono state 16.000 presenze in più. Una discreta attività in tutti i mesi, compresi gli invernali, soprattutto per gli italiani (in gran parte nella città di Cagliari ma anche a Pula e Quartu). Peraltro la concentrazione nel periodo giugno-settembre è del 81%, meno che in zone come la Gallura. Per gli stranieri le presenze nei mesi invernali sono modeste, in aumento rispetto al 2015, in diminuzione rispetto al passato.
Per gli extralberghieri (affittacamere, case per vacanze, case per ferie, campeggi, ostelli, b&b) sarebbe interessante conoscere i visitatori delle varie categorie ed almeno quelli dei b&b, ma questi dati non sono ancora disponibili. Le presenze sono state 799mila (+17,5%) con un notevole aumento degli italiani, +24,3%, 462.000 contro 372.000; gli stranieri sono aumentati meno, +9,2%, 337.000 contro 308.000. Il periodo di maggior attività è il quadrimestre giugno-settembre, in misura leggermente inferiore agli alberghi (79,8%); vi è una ridotta attività anche in aprile-maggio e ottobre. La capacità ricettiva è aumentata (17.018 posti letto contro 16.468), parlare di IU annuale (12,8) è difficile tenendo conto che alcuni esercizi come i campeggi sono ‘all’aria aperta’ e perciò con attività esclusivamente estiva. Il soggiorno medio è 4,6. Le presenze di questo gruppo sono il 26% del totale, di cui il 58% di italiani ed il 42% di stranieri, rispettivamente 24% e 34% del totale. Gli aumenti dei posti letto sono dovuti all’apertura di alcune case vacanza a Cagliari. Sensibili aumenti vi sono stati anche a Muravera. I migliori risultati nel 2016 si sono avuti in queste due località, mentre in altre vi sono stati decrementi. Purtroppo è difficile trovare riscontri: gli unici dati disponibili sono del movimento passeggeri nell’Aeroporto di Cagliari-Elmas (Sogaer è precisa, aggiornata, ma non può fornire certe notizie per riservatezza), dove vi è stata una riduzione complessiva dello 0,7% dovuta agli stranieri, diminuiti del 13,4%. Soprattutto non è possibile avere dati sulle varie destinazioni, si possono conoscere solo quelli per l’intera nazione.
Esaminando il numero dei viaggiatori per nazionalità, fornito dalla Sogaer: primi sono i tedeschi (168.986) in forte diminuzione rispetto agli anni passati, il massimo è stato nel 2013 (214.154). Anche gli inglesi (119.671) sono in diminuzione rispetto agli ultimi anni, così come francesi, spagnoli, belgi e russi, in aumento svizzeri e polacchi e altre nazionalità. Questo è dovuto probabilmente alla riduzione dei voli low cost: esemplare il caso della Spagna scesa dai 165.000 passeggeri del 2013 a 49.000 proprio per l’incomprensibile abolizione di molti collegamenti. Perché a Olbia i voli stranieri sono in aumento, senza che vengano richieste o concesse agevolazioni o contributi? Forse perché il prodotto Costa Smeralda o Gallura è più appetibile di Cagliari e di Alghero.
L’importanza di un adeguato sistema di trasporti è fondamentale per il turismo come per qualunque altra attività e per la vita stessa di una regione isolata come la nostra. Occorre rivedere tutto, non si capisce perché in un discorso di libero mercato vi devono essere delle esclusive, favorire dei monopoli. Oltre alla promozione ed al miglioramento del prodotto da offrire bisogna dare degli incentivi per favorire lo sviluppo e l’attività, condizionandolo all’aumento dell’attività e dei passeggeri. Se non fa così ogni idea, proposta o iniziativa è inutile.
Gianfranco Leccis
(admaioramedia.it)