Dopo aver ascoltato attentamente il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, che raccontava il bilancio dell’attività della sua Giunta dall’inizio della consiliatura e delle nuove prospettive, ho notato con sorpresa che ha proiettato la città di Cagliari all’anno 2030. Sorpresa perché, se non ci fossero problemi attuali, concorderei. Peccato, però, che la realtà sia un’altra e che la città e soprattutto i suoi cittadini attendono con urgenza risposte su tantissimi temi.
Comincerei con il tema del lavoro, che affligge tante famiglie, che disarma tanti giovani e meno giovani, che sperano ancora in una occupazione, e tanti ahimè che questa speranza l’hanno già persa da tempo. Le politiche sul lavoro sono assolutamente insufficienti rispetto alle reali esigenze, così come quelle legate alle politiche sociali. Le misure adottate dal Governo nazionale e dalla Giunta regionale, con provvedimenti come Sia (Sostegno inclusione attiva), Reis (ora Rei), per quanto riguarda l’inclusione sociale, si sono dimostrate fallimentari e poco rispettose nei confronti dei più deboli, per i quali sarebbe indispensabile un maggiore rispetto. Anche gli spot di questi giorni, da parte del Governo ‘amico’ della Giunta comunale, dove si gioca sulla pelle della povera gente, relativamente al reddito di inclusione, rappresenta semplicemente uno spot elettorale. Si chieda ai cittadini cagliaritani più bisognosi se le misure adottate siano sufficienti a soddisfare anche in minima parte le loro esigenze. Si chieda come si sentono a seguito dell’eliminazione dei vari contributi erogati in passato dai servizi sociali. Si chieda quante persone hanno trovato l’occupazione, così come proclamato appena un anno fa dopo l’introduzione della Sia, progetto per il quale era previsto un inserimento lavorativo.
Bisognerebbe pensare all’ordinario e preoccuparsi maggiormente di quelle famiglie che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena e che il consumo di una bistecca da tempo è diventato un miraggio. Eppure quando si vuole i fondi si trovano. Fare politica vuole dire fare scelte e probabilmente vengono sbagliate le priorità. Per non parlare dei tanti soldi dei cittadini sprecati e gettati al vento, derivati dai numerosissimi ‘debiti fuori bilancio’. Nell’ottica della trasparenza massima, della quale il Sindaco si è sempre fatto paladino, sarebbe indispensabile comunicare ai cittadini cagliaritani debito per debito e le motivazioni per le quali sono sorti. Si tratta di spese fuori dall’ordinarietà, è corretto che i cittadini sappiano.
Il sindaco Zedda ha messo in evidenza, con grande enfasi, lo sbarco di circa 450.000 croceristi nel 2017 (sarà merito suo?), parlando della bellezza dei luoghi. Ma, ha dimenticato la situazione di degrado a cui devono assistere gli stessi croceristi fin dal loro sbarco, nella zona del Porto, nel quartiere Marina, nelle piazze Matteotti e del Carmine. Alcune vie del centro sono utilizzate come latrine, con odori sgradevoli di vario tipo. C’è sporcizia in varie parti della città con rifiuti di ogni genere e proliferano enormi ratti. Interi marciapiedi sono occupati da persone di varie etnie, senza alcun controllo. Si sono realizzate inutili piste ciclabili (troppo strette e pericolose), con uno spreco di risorse pubbliche, che non vengono utilizzate neanche dagli addetti ai lavori. E nonostante l’esperimento negativo delle prime, si continua imperterriti come nulla fosse accaduto. Penalizzando anche il commercio e dove non è possibile realizzare le piste, ecco tirare fuori dal cilindro la pedonalizzazione di alcune parti della città, infischiandosene del parere dei residenti, dei commercianti, dei tanti anziani e disabili.
Anziché pensare al 2030, sarebbe meglio pensare ai tanti problemi attuali che affliggono i cagliaritani. Per esempio, la sicurezza, perché in alcune zone al calar del sole il cittadino non intende minimamente avventurarsi, in alcune vie neanche la mattina. Ed il cittadino lamenta la poca presenza nelle strade della Polizia municipale e delle Forze dell’ordine in genere. Oppure, la situazione disastrosa di strade e marciapiedi, pieni di buche e difficili da attraversare, le strade ancora sterrate in città (vedi via dell’Oleandro), la scarsa illuminazione che riguarda buona parte della città, favorendo anche fenomeni di microcriminalità e prostituzione, le numerosissime barriere architettoniche ancora presenti in città. Non basta posizionare transenne per mettere in sicurezza le zone, che poi permangono per giorni, per mesi e anche per anni, vedasi Terrapieno, oppure via Garavetti/via Leo, dove dall’evento atmosferico eccezionale di un anno fa, nulla è cambiato. Insomma, anziché pensare al 2030, sarebbe il caso che il sindaco Zedda e la sua Giunta si impegnassero a dare finalmente risposte concrete ai cittadini, rimasti lettera morta da troppo tempo.
Alessandro Sorgia – Consigliere comunale di Cagliari
(admaioramedia.it)
One Comment
Angela Palmas
Tutto vero purtroppo.