Si terrà il prossimo 28 aprile, giorno che festeggia Sa Die de sa Sardigna, presso il Poligono di Quirra, una manifestazione contro le servitù militari e per la chiusura della fabbrica di di bombe RWM di Domusnovas. Ad organizzare la manifestazione è il movimento pacifista A FORAS – Contra a s’ocupatzione militare de sa Sardigna, che ha deciso di tornare a manifestare ai poligoni dopo il corteo del 23 novembre 2016 a Capo Frasca.
“La lotta per chiudere la fabbrica di armi e liberare la Sardegna dalle basi militari continua con la manifestazione di questo mese – scrivono i militanti -. Questa volta abbiamo scelto una data simbolo: il 28 di aprile. Vogliamo dare a questa giornata, scelta dalle istituzioni per celebrare Sa Die de sa Sardigna, un connotato diverso dalla semplice celebrazione attraverso rituali, testimonianze e folklore cristallizzato. Vogliamo far sì che diventi un momento di protagonismo attivo, una giornata di lotta che sia davvero di liberazione. Saremo a Quirra con centinaia di bandiere dei quattro mori a far vedere un popolo unito. La Sardegna non è lontana dagli scenari di guerra, ma coinvolta suo malgrado e complice, con le sue terre usate per le esercitazioni e i test sperimentali, prima di andare ad uccidere e aggredire altri popoli, e con la fabbrica di bombe RWM di Domusnovas che produce a pieno ritmo bombe sganciate su popolazioni inermi”.
Non è un caso che il luogo scelto per la manifestazione sia il poligono di Quirra, istituito nel 1956 e ad oggi il più esteso d’Europa, che con i suoi oltre 13mila ettari occupati rappresenta il simbolo di un eccessivo peso delle servitù militari in Sardegna. “I danni sugli abitanti e sull’ambiente sono conclamati e oggetto, in questo momento, di un processo che vede imputati 8 ex generali per i danni all’ambiente, agli animali e agli esseri umani che quel territorio lo vivono e lo dovrebbero poter vivere liberamente – scrivono i militanti di A FORAS – . Oggi si scrive Quirra e si legge esercitazioni militari, test di tecnologie micidiali e ricatto al territorio. Domani non dovrà più essere così. Saremo lì per bloccare le esercitazioni in corso e per riappropriarci della terra sottratta”. (red)
(admaioramedia.it)