La scuola sarda non concede sonni tranquilli alla Giunta Pigliaru: prima la riorganizzazione del sistema con il piano di dimensionamento scolastico regionale, che ha determinato proteste in numerosi comuni dell’Isola, poi la vicenda dei precari, che non si sono sentiti tutelati dall’Esecutivo regionale nell’applicazione della ‘Buona scuola’ del Governo Renzi, ed infine la mancata disponibilità degli scuolabus per trasportare gli studenti, che sono diventati necessariamente ‘pendolari’ dopo la riorganizzazione del sistema scolastico approvato dalla Giunta Pigliaru.
Proprio questa mattina, l’assessore della Pubblica istruzione, Claudia Firino, ha incontrato il ministro della PI, Stefania Giannini, per affrontare i diversi problemi della scuola isolana. Sul tema degli insegnanti precari sardi, “ho ribadito al Ministro che l’insularità è un oggettivo fattore di svantaggio e la necessità di aprire un confronto tra Ministero e Regione sulla determinazione dell'organico in base alle specificità e problematiche dell'isola – ha raccontato l’Assessore – ed ho ricevuto rassicurazioni sugli strumenti messi in campo per limitare i trasferimenti extra regionali, come la pubblicazione anticipata delle supplenze, e ancora sul numero di docenti che realmente saranno chiamati a insegnare fuori dall'isola, che, sulla base delle analisi tutt'ora in corso, sono inferiori alle previsioni iniziali".
Martedì, invece, l’assessore Firino incontrerà i sindaci del sassarese che hanno protestato per la mancanza del servizio di trasporto per gli studenti: “Dando seguito alla comunicazione inviata ai sindaci due settimane fa, la Regione ha messo in campo le risorse per il servizio trasporto studenti, mentre i Comuni devono occuparsi dell’organizzazione. Inoltre, come ribadito, sono previste premialità per le amministrazioni che si assoceranno nel garantire il servizio e ancora un fondo aggiuntivo per i Comuni oggetto di dimensionamento".
Per l’opposizione, però, il problema degli scuolabus è “un’altra, gravissima, prova di inefficienza con il consueto scaricabarile sui sindaci e sui Comuni – ha sottolineato il coordinatore regionale di Forza Italia, Ugo Cappellacci – Prima hanno chiuso quasi una trentina di scuole, nonostante in campagna elettorale avessero promesso l’esatto contrario, poi hanno garantito un servizio di trasporto dedicato agli alunni che dovranno recarsi in altri comuni per frequentare le lezioni e, a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico sono ancora in alto mare. Altro che ‘buona scuola’: la Giunta di centrosinistra ha posto in essere un piano affonda-scuola, che lede il diritto allo studio e che moltiplica le difficoltà per le famiglie e per i Comuni”.
Proprio Forza Italia ha presentato in Consiglio regionale una mozione per chiedere alla Giunta di impugnare la legge della cosiddetta 'Buona scuola': “Occorre difendere l’Autonomia e la specificità della Sardegna, ai sensi dell’articolo 5 dello Statuto – ha spiegato Alessandra Zedda – e sollevare l’illegittimità costituzionale della legge di Renzi, che stride con quanto disposto dagli articoli 117 e 127, secondo comma, della Carta. La norma viola anche i diritti relativi all’accesso ai pubblici concorsi ai sensi degli articoli 3, 51 e 97 della Costituzione. La priorità principale della Sardegna è quella di convertire i cosiddetti posti ‘di fatto’ in posti di diritto, salvaguardando i diritti dei docenti e delle loro famiglie. Ciò vale, in particolare, per le cattedre di sostegno. E’ inaccettabile che una maldestra stabilizzazione sia contrabbandata come aumento di posti di lavoro e crei sperequazioni gravissime tra persone e territori”. (red)
(admaioramedia.it)
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