Per affrontare il problema energetico, particolarmente grave in Sardegna (pur essendo l’unica regione senza metano è quella che paga la bolletta più cara), ci vorrebbe una energia (politica) che la classe dirigente non sembra possedere.
Pagare subito e sperare nel sol dell’avvenire sembra un destino negativamente segnato per i Sardi, troppo piccoli per avere una voce nel risiko della geopolitica che ha fatto saltare il gasdotto Galsi e forse troppo piccoli anche per provare ad aprire una strada ‘sarda’ verso il metano, visto che i consumi sono quelli che sono, cioè piuttosto bassi in rapporto agli investimenti infrastrutturali che servirebbero.
Allora, che fare? Una soluzione ci sarebbe, seguendo in qualche modo lo schema applicato alla regioni colpite dal terremoto. In sostanza, siccome la Sardegna è l’unica regione d’Italia senza metano (quindi, l’intervento non potrebbe essere considerato un aiuto di Stato), il Governo dovrebbe riconoscere ai Sardi un ‘bonus’ della bolletta energetica di circa il 30%, tanta è la differenza coi costi energetici standard del resto della Penisola.
Per quanto tempo? Fino a che, con l’intervento pubblico, privato o misto, non si realizzano le infrastrutture necessarie per rifornire l’Isola del combustibile a basso costo. Oppure, come alternativa ancora più spinta, per sempre. Perché alla fine anche allo Stato costa meno un ‘bonus’ da assegnare alla Sardegna che mettere insieme un ambaradan di investimenti pubblici, appalti, contratti e anni di attesa. La cosa importante è che sia riconosciuto il principio: i Sardi non chiedono niente di più, ma non accettano niente di meno.
SardoSono
(admaioramedia.it)
One Comment
Pier Luigi Caffese
La Sardegna si deve togliere dalla testa la mentalità di assistenza Stato e chiedere infrastrutture permanenti per produrre biometano in Sardegna e non contributi per un Galsi Algeria che non si farà mai. La Sardegna ha tutto per produrre biometano. Purtroppo manca la politica giusta di chiedere un impiato power to gas che permetta l'autosufficienza alla Sardegna. Noi i piani li inviammo alla Regione Sardegna che per ignoranza atavica, li ha messi nel cassetto. Ora li tiri fuori e non chieda contributi a perdere che dovremmo sempre pagare noi in bolletta.