Dopo il risultato della Catalogna sarebbe stato lecito attendersi in Sardegna un’ovazione del variegato mondo sovranista, identitario, separatista e possibilista.
Invece niente, solo un fiorire di “se", "ma" e "ci vuole tempo" che la dice lunga sulla concretezza di un messaggio che riempie le pagine dei giornali, ma poi comincia inesorabilmente ad afflosciarsi quando si arriva a parlare di contenuti.
Non c'è, come forse non c'è mai stata, sostanza politica e progettuale e visione comune in un universo spezzettato dove, ogni tanto, viene censito qualche nuovo pianeta che però non dà e non toglie nulla ad una galassia priva di un nocciolo ideale forte e riconoscibile.
In effetti, è difficile immaginare una qualche vera affinità politica e sociale della Sardegna con la Catalogna, così come con la Scozia o con il Quebec canadese, per non spingersi più oltre. In Europa e nel Mondo, provano a marcare la loro indipendenza le regioni più ricche e più forti, dove la ricchezza materiale viene spesso scambiata e spacciata per capacità di autogovernarsi, il contrario della Sardegna, Regione fra le più povere d'Italia e d'Europa che, senza uno Stato alle spalle, andrebbe alla deriva.
Ma non sempre, per tornare all'attualità, è tutto oro quello che luccica. La Catalogna è senz'altro la Regione più ricca della Spagna, ma il presunto referendum sull'indipendenza ha nascosto molto bene tutta la polvere che c'è sotto il tappeto. La Regione chiude da 9 anni i bilanci in rosso (se ci fosse come da noi l'obbligo di pareggio sarebbe vicina al default), ha una disoccupazione del 19% e le tasse locali più alte: dall'irpef alle transazioni immobiliari, dalle imposte di successione alle accise sulla benzina, mentre quasi il 40% del suo debito pubblico di 67 miliardi di euro è nelle mani dello Stato centrale, sia pure rimborsabile al simbolico tasso dell'1%. E' vero che numeri e tabelle non scaldano il cuore, tanto meno quando batte per l'indipendenza, ma è vero anche che lo deprimono quando le tasche si svuotano. I numeri poi, a volte, dicono qualcosa di politico. Gli alleati neo-comunisti dall'aspirante governatore catalano Artur Mas li metteranno sul tavolo quando si tratterà di formare il nuovo governo regionale. Il percorso dell'indipendenza viene dopo.
SardoSono
(admaioramedia.it)
20 Comments
Antonio Pani
Ma quando!!! Pocos Locos y mal unidos
Alberto Orrù
Con i partiti che abbiamo? Gli stessi che lecchinano tutti i partiti nazionali? Ma che si facciano un giro e vadano a zappare, sempre che non si offenda la terra.
BUSTIANU CUMPOSTU
Caru Sardosono forsis est mentzus chi aes de iscriere as sos giornales e nessi sos comunicados de sas delegatziones chi fiant in Catalugna pro sas eletziones.
SARDOSONO
Caru Cumpostu,
unu iazzu non faghet unu progettu forte, ne pro s'indipendentzia ne pro sa politica sarda
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