Ai margini della polemica preelettorale tra l’attuale sindaco di Roma, Virginia Raggi del Movimento 5 stelle (“Stiamo studiando Sardex, un circuito che già esiste in Sardegna”) e la deputata dem Lorenza Bonaccorsi (“Altro che decrescita felice, il Movimento 5 stelle riporta indietro Roma”), trovo sempre fastidioso quando un parlamentare della Repubblica preferisce la battuta da Bar Sport (senza, tra l’altro. esservi naturalmente portato) all’analisi documentata per intervenire su questioni economiche complesse, in merito alle quali non può proprio fare a meno di dirci la sua. Il fastidio cresce quando, per rendere ancor più simpatico il suo contributo, il suddetto ci invita sogghignando a valutare la qualità di un’idea d’impresa dal luogo nel quale è stata concepita e non già dalla prova dei fatti.
Non so se le testate giornalistiche del suo partito se ne siano mai occupate, ma, in compenso, lo hanno fatto il Financial Times , Il Sole 24 Ore e tanti altri. Financo la Banca d’Italia che ha invitato Sardex a raccontare la propria straordinaria esperienza nel corso della presentazione del Rapporto sull’Economia della Sardegna 2015. Difficile, d’altronde, darle torto, visto che, sulla scorta del successo ottenuto in Sardegna (oltre 50 milioni di euro intermediati nel 2015, oltre 80 la stima per il 2016) il circuito di credito commerciale nato a Serramanna City oggi è presente in dieci regioni d’Italia (tra le quali il Lazio) e riunisce oltre 7.000 imprese.
Per chi ha scommesso su questa idea e l’ha portata avanti con testardaggine, per chi ci lavora in Sardegna e non solo, per tutta la mia comunità, io esigo più rispetto e serietà, specie da chi siede in Parlamento e pretende di rappresentare anche me. Quando leggo che, promuovendo un circuito di credito commerciale “si vuole riportare Roma al baratto” e che “siamo oltre il ridicolo” perché il Sindaco Raggi non ha paura di analizzare anche questa opportunità per rilanciare le piccole imprese strozzate dalla crisi, mi chiedo cosa ci sia dietro tanta arroganza, se non altrettanta ignoranza. Se Madama la Deputata trova inopportuno il solo citare un modello – peraltro già ampiamente validato dai numeri – solo perché “sperimentato in alcune zone della Sardegna”, allora siamo oltre il dito che indica la luna. E non mi si dica che ne faccio una questione di campanile.
Vorrei sentire, però, almeno un flebile commento, un impercettibile sussurro di sdegno da parte di coloro che, per conto dei sardi, siedono accanto a questo popo’ di scienza nell’emiciclo di Montecitorio. O, quantomeno, sapere che costoro non regaleranno più dichiarazioni festose e compiaciute ai quotidiani locali la prossima volta che una delle nostre imprese raggiungerà con sangue, sudore e lacrime il meritato successo sul mercato.
Massimo Cugusi
(admaioramedia.it)