Nel biennio 2015-2016 il 96% dei 1.977 pazienti sardi malati di Epatite C è completamente guarito. Nel primo trimestre del 2017 altri 233 hanno già iniziato la terapia, a cui si aggiungeranno a breve ulteriori 220 pazienti. Sono soddisfacenti i risultati dei primi due anni di somministrazione della cura per la lotta al virus dell’Epatite C in Sardegna. Il 2017 vedrà peraltro un significativo ampliamento del bacino di pazienti che potranno accedere alle cure grazie ai nuovi criteri AIFA. Si passerà dalla cura dei casi più gravi all’allargamento a pazienti con forme più lievi ma affetti da altre patologie, come ad esempio diabetici, cardiopatici e nefropatici, e agli operatori sanitari infettatisi sul lavoro. Per l’anno in corso è stato confermato lo stanziamento di 70 milioni per la terapia contro l’Epatite C, con una novità: grazie al drastico calo del costo del farmaco, sarà possibile curare molte più persone.
“Stiamo facendo un investimento in salute – ha spiegato oggi l’assessore della Sanità, Luigi Arru– non solo perché ridiamo speranza a migliaia di sardi, ma anche perché la loro guarigione permetterà, nel lungo periodo, un risparmio di costi. Attiveremo uno screening per studiare il fabbisogno dell’intera regione e lavoreremo in rete, come una vera comunità”.
La durata del trattamento contro l’Epatite C varia dalle 12 alle 24 settimane, ma in alcuni casi può essere anche più breve, fino alle 8 settimane. I risultati, secondo i medici, sono entusiasmanti, con la quasi totale assenza di effetti collaterali e la riduzione del rischio di tumore del 70% e di morte pari al 50%. Una volta trattato, il virus smette di replicarsi e uno dei vantaggi è quello che riduce in maniera importante anche la sua capacità di contagio. (red)
(admaioramedia.it)