Doveva essere un mese di proroga, fino al 31 luglio, dei commissari delle aziende sanitarie, indispensabile alla maggioranza per trovare un accordo sulla riforma che istituirà l’Asur (Azienda sanitaria unica regionale). Invece, oggi, il centrosinistra ha votato (31 sì e 23 no) in Consiglio regionale che i mesi siano due (fino al 31 agosto) e l’Asur, inizialmente promessa per il 1° luglio, dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) prendere vita il 1° settembre. La discussione intorno alla proroga è stata animata e l’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, ha cercato di difendere la scelta della Giunta: “I commissari avevano dei compiti e li hanno portati avanti, in una situazione che sapevamo essere estremamente difficile. Eppure possiamo dire che avremo un nuovo ospedale a Sassari e una gara regionale per la protesica assegnata con un risparmio di oltre il 50% e la previsione della sanificazione delle carrozzine, mai fatta prima, per fare solo alcuni esempi”.
“Per misurare la qualità dell’assistenza sanitaria – ha aggiunto Arru – bisogna avere indicatori e su questi sono disposto a confrontarmi anche con l’opposizione. Non è tutto negativo, anzi: creare insicurezza nei cittadini, descrivendo una realtà della sanità sarda allo sfascio, è inaccettabile”. Comunque, che l’aria all’interno della maggioranza non sia proprio serena, lo dimostra il voto contrario ha al provvedimento annunciato da Piermario Manca (Partito dei Sardi): “Il problema non è dare una proroga ma mettere in evidenza che le persone prorogate non sono all’altezza. Forse è meglio fermarsi un attimo e ascoltare i consiglieri eletti”.
Ma soprattutto l’opposizione non ha fatto sconti: “La gestione commissariale della sanità sarda è stata un vero disastro, e questa ennesima proroga è vergognosa”, ha commentato il coordinatore regionale dei Riformatori, Michele Cossa. “Hanno commissariato le Asl solo far fronte alla voracità dei partiti della maggioranza, e i risultati si vedranno quando saranno disponibili i dati della spesa sanitaria del 2015. In ‘limine mortis’ vengono create strutture complesse e conferiti incarichi il cui unico scopo è blindare la struttura della Asl unica prossima ventura, ammettendo che si faccia davvero: alla maggioranza interessa tutto tranne una sanità che funzioni”. Per Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia), “Il problema della sanità non è stato affrontato e non si sa che obiettivi seguano i commissari. Anzi ognuno ha creato un suo califfato dove si vedono cose buffe, da una parte il blocco assunzioni e dall’altra si inventano posti di lavoro. E’ ora che qualcuno si assuma qualche responsabilità dopo due anni e mezzo, in caso contrario la maggioranza ha dimostrato di non avere consistenza, mandando ai sardi il messaggio devastante che nella sanità non è cambiato niente”.
“E’ l’ennesima ridicola proroga – ha detto il consigliere Edoardo Tocco (FI) – Una farsa. Una situazione ridicola. Una rappresentazione grottesca che certo non è stata fatta per il miglioramento del settore. Un rinvio di un mese che non servirà di fatto a prendere decisioni utili per la sanità. La maggioranza va ormai in ordine sparso sulla futura riforma della sanità e non prefigura nulla di nuovo”. Il capogruppo dell’Udc, Gianluigi Rubiu, ha proposto una modifica del nome del provvedimento: “Norme sulla politica del rinvio, del rinnovo delle poltrone e delle finte proroghe”. “La riforma del sistema sanitario prevedeva un termine di 4 mesi per il commissariamento delle Asl, per cinque volte consecutive siete riusciti ad andare contro questo termine. La Giunta si occupa di proroghe e non dei veri problemi della Sardegna e gli attuali commissari prendono decisioni senza controllo. La richiesta di proroga è, di fatto, una bocciatura per l’assessore”. Ignazio Locci (FI) ha ricordato alla maggioranza la situazione della sanità sarda: “Disavanzo di 349 milioni di euro che a fine 2016 si stima raggiunga la cifra di oltre 400 milioni. E’ necessario superare il totem della Asl unica e concentrarsi su una nuova governance. Il problema è infatti il governo delle reti di cura e dei processi decisionali e non già un dibattito inutile su quante debbano essere le Asl”. (red)
(admaioramedia.it)
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