Prosegue tra tante incertezze il cammino della riorganizzazione della rete ospedaliera regionale proposta dalla Giunta Pigliaru. Oltre alle proteste dei territori, resistono i dubbi anche all'interno della stessa maggioranza di centrosinistra.
In un documento del movimento La Base, firmato dal presidente Efisio Arbau e dal consigliere regionale Gaetano Ledda, pur considerando necessaria una riorganizzazione per offrire una migliore offerta sanitaria pubblica e per ridurre il costo della sanità nell'Isola, si evidenzia che "il piano deliberato dalla Giunta regionale è inadeguato a raggiungere entrambi gli obbiettivi" e si invita l'Esecutivo a rimodulare il piano secondo una logica che rafforzi l'offerta sanitaria pubblica nei territori del centro Sardegna.
"È erronea la previsione di due soli presidi di secondo livello – hanno spiegato i due esponenti de La Base – La conformazione demografica, geografica ed orografica della Sardegna evidenzia, anche a quelli più distratti che vivono nei palazzi cagliaritani, che tra i due piccoli poli 'metropolitani' esiste una Sardegna interna e centrale rappresentata dai territori e le popolazione delle attuali province di Nuoro, Oristano e Ogliastra storicamente legate a quella di Olbia-Tempio. Quasi 600mila abitanti in oltre metà del territorio dell'Isola. Sardegna interna e centrale che è poi punto di riferimento nel campo sanitario per territori quali il Goceano”.
“Perciò – hanno proposto Arbau e Ledda – sarebbe utile prevedere un terzo presidio di secondo livello che rappresenti quel caposaldo per costruire l'offerta sanitaria pubblica in un territorio vasto e complesso. La proposta degrada la sanità nuorese ad un livello storicamente ed oggettivamente inferiore, condannandola ad una morte lenta ma inesorabile, schiacciata sui due poli 'urbani'. Una proposta che, peraltro, fa regredire l'importante presidio ospedaliero territoriale di Sorgono, punto di riferimento di un territorio con oggettivi problemi di mobilità, ad una sorta di poliambulatorio di campagna”. (red)