Non sarebbe un pestaggio e neppure una brutale aggressione del ‘branco’ quella che è stata troppo frettolosamente dipinta come un pestaggio selvaggio ad un ragazzo spagnolo, ma una rissa nella notte di Halloween. E Sassari non è la città violenta che è stata descritta.
Ma il sindaco Nicola Sanna non ha perso tempo ed è corso in ospedale a porgere le scuse al giovane spagnolo: “Vi chiedo scusa a nome della città, purtroppo sono episodi imprevedibili, ma siamo profondamente dispiaciuti per quanto è accaduto”.
Di cosa si deve scusare signor Sindaco? E’ un normalissimo episodio di cronaca che non infanga la città. Sassari non è città violenta e tantomeno invasa dal ‘branco’ come l’hanno dipinta. Come alcuni frettolosi giornalisti hanno commentato inopinatamente. Oltre tutto, Lei ha creduto ad una versione dei fatti di parte, cioè quella dello spagnolo, meglio sarebbe stato attendere le indagini della Squadra Mobile della Polizia di Stato, che sta facendo chiarezza sul fatto. Increscioso certamente, ma non da imputare solo ai Sardi suoi concittadini. Il giovane di Barcellona è arrivato lo scorso fine settimana a Sassari con i genitori per trovare il fratello, ospite in città con il programma Erasmus. I fatti risalgono alla notte tra sabato e domenica, quando gli spagnoli erano in piazza Italia a bere birra e suonare la chitarra nel corso della ‘notte delle streghe’ e sarebbero venuti a contatto con dei ragazzi sassaresi, anch’essi forse alticci. Lì forse vola qualche parola di troppo e scoppia la rissa tra i due gruppi, nella quale avrebbe avuto la peggio lo spagnolo, che ha dovuto ricorrere alle cure per una ferita all’addome da un oggetto appuntito. E’ tutt’ora ricoverato in ospedale. Dal suo letto d’ospedale lo spagnolo ha raccontato l’episodio al Sindaco di Sassari, che è andato a trovarlo: “Hanno iniziato a inveire contro di noi, poi hanno lanciato una bottiglia di plastica di acqua, si vedeva che cercavano la rissa. Quando abbiamo chiesto di smetterla, prima hanno pestato mio fratello e poi mi hanno colpito al basso ventre. Sulle prime ho pensato a un pugno forte poi, invece, ho visto del sangue e ho capito che mi avevano ferito”. Da li sono partite le indagini della Squadra Mobile della Questura sassarese e gli agenti coordinati dalla dirigente Bibiana Pala hanno acquisito testimonianze e soprattutto i filmati di alcune telecamere di sorveglianza che cambierebbero la versione dei fatti, ribaltandola. Non sarebbe stata infatti una aggressione, ma una rissa.
Stesso scivolone del Sindaco anche da parte dell’Università di Sassari, anch’essa troppo frettolosa nel fornire le sue scuse agli spagnoli. Quasi un necrologio: “Nessun tipo di violenza, nemmeno sporadica, può essere tollerato. L’Università degli Studi di Sassari condanna l’evento accaduto sabato notte in piazza d’Italia, nel quale sono stati coinvolti alcuni studenti spagnoli ospiti della nostra città tramite il progetto Erasmus. Il rettore Massimo Carpinelli, i docenti, il personale e tutta la comunità accademica è vicina ai familiari del giovane che, a seguito dello spiacevole episodio, ha riportato una piccola ferita cutanea (è il fratello di uno studente Erasmus in visita a Sassari con la famiglia)”. Una delegazione dell’Ateneo “si è recata immediatamente in ospedale per constatare personalmente le condizioni del ragazzo, che fortunatamente sono minime. L’Università di Sassari assisterà la famiglia durante tutto il soggiorno in città e ha offerto il proprio sostegno fino al rientro in Spagna”.
Bene, gli spagnoli torneranno a Barcellona con una bella denuncia per rissa aggravata, identica a quella che si prenderanno i sardi, i ragazzi sassaresi ‘monelli’, colpevoli probabilmente di aver bevuto quanto gli spagnoli nella notte di Halloween. A scombussolare la frettolosa solidarietà di Sindaco e Rettore però ci ha messolo zampino l’orgoglio sassarese e ieri cinque ragazzi sassaresi coinvolti nel fatto sono andati in Questura insieme ad un avvocato per fornire la loro versione dei fatti. Non gli sarebbe andata giù la versione di una Sassari violenta dove imperversa ‘il branco’ e soprattutto le scuse troppo frettolose delle istituzioni agli spagnoli, che avrebbero le stesse identiche colpe dei sassaresi, cioè quelle di aver partecipato ad una rissa nella notte di Halloween. E’ ancora forte il colonialismo mentale che troppi sardi che guidano le istituzioni conservano nel loro modo di pensare: “pocos, locos e mal unidos”. La Sardegna in questo modo non riuscirà a rivendicare la sua dignità e la sua identità di popolo, ma sarà sempre vittima di se stessa.
Emanuele Concas – Giornalista
(admaioramedia.it)
8 Comments
IL Montanaro
Non c’è niente di male nel porre delle scuse per una “rissa”,soprattutto per via di tutte le falsità che voi stessi giornalisti riportate spesso per vendere copie. Non è autocolonialismo quello? Sardi e Spagnoli,una normale rissa da strada ma che nessuno venga a dire che in queste occasioni noi sardi non siamo uniti… mettiamoci anche tutto ciò che avete fatto circolare sul caso V. Rossi e ci potrebbero stare delle scuse almeno per “pararsi il fondoschiena”… Noi sardi oltre a essere pocos locos ecc ecc siamo nominati per l’ospitalità e non siamo stinchi di santi quando il territorio ce lo invadono magari inglobando nella goliardia il popolo femminile(siamo gelosetti).. Credo che chiedere scusa dopo certi fatti sia doveroso e non diminuisca il valore di nessuno.. Non faccia passare la violenza per una normalità… magari signor Concas dovreste chiedere scusa voi giornalisti che prima di pubblicare le notizie dovreste verificarne i minimi dettagli… oppure fare come al solito,aggiungerne a piccole dosi per vendere di più… se gli Spagnoli torneranno a casa anch’essi con la stessa accusa è così rilevante da uscirne vincitori? In questi episodi si esce sconfitti tutti,uscirne con delle scuse nn è mancanza di dignità è semplicemente condannare gli episodi… mettiamola così:in una rissa tra sardi uno finisce all’ospedale per una ferita che combacia con quella da punteruolo..nessun sindaco va dall’altro a chiedere scusa semplicemente perché è prassi che succeda,l’anomalia sta nel punteruolo in genere si usa la leppa… concludo scrivendo che farci passare per deboli a causa delle frettolose scuse non mi è sembrato il modo migliore… la debolezza sta nel non ammettere che certe cose non si debbono fare a prescindere e definire una “normale rissa da strada” rimarcando la ricorrenza sembrerebbe che in queste ultime tutto è lecito…invece in tutto ciò di lecito non c’è niente se non un degrado giovanile che sta diventando prassi… buona giornata
Alberto Orru
Concordo per filo e per segno con quanto scritto dal giornalista Concas.
Paolina Carta
Paolina Carta liked this on Facebook.
Lucia Carta
Lucia Carta liked this on Facebook.
Gio Vanna
Gio Vanna liked this on Facebook.
Mario Raffaele Noce
Mario Raffaele Noce liked this on Facebook.
Deformata Spiò Lui
Deformata Spiò Lui liked this on Facebook.
Rita Adele De Luca
Rita Adele De Luca liked this on Facebook.