Vale quasi 4 miliardi di euro la battaglia che da anni i Riformatori portano avanti contro lo Stato per ottenere i soldi delle accise sul petrolio e sulla benzina: “Ci spettano e ci sono state negate con la complicità di Pigliaru e dei suoi professori”. Per ricordarne il valore, questa mattina, si sono presentati davanti al Consiglio regionale con un enorme assegno da 3 miliardi di euro intestato alla Regione e firmato dal ministro dell’Economia Giovanni Tria.
La sfida sulle accise iniziò nel 2009 con la Giunta Cappellacci, quando la norma venne inserita nella Finanziaria, ma poi fu abbandonata dalla Giunta Pigliaru, che, nel 2014, “aveva sperato che il Governo Renzi fosse un ‘governo amico’ e si era illusa di spuntare accordi economici vantaggiosi, rinunciando a difendere i diritti dei Sardi”.
L’importo sarebbe il credito che la Regione deve pretendere per vedersi riconosciuta la quota di compartecipazione sulle accise che gravano sui i prodotti petroliferi fabbricati e consumati in Sardegna: “Sono soltanto un parziale risarcimento dell’elevato prezzo che paghiamo ogni giorno – ha spiegato Pietrino Fois, coordinatore regionale dei Riformatori – per il forte impatto e condizionamento ambientale che la raffineria della Saras (oltre 2.400 ettari, che si sviluppano su un fronte costiero di 8 chilometri) pone su uno dei tratti di maggio pregio della nostra costa, sotto il profilo ambientale, naturalistico e storico, estendendosi all’intera area vasta cagliaritana, dove risiede oltre 1/3 della popolazione sarda”.
I Riformatori vorrebbero far approvare un emendamento alla Finanziaria 2019 e alla legge di Bilancio, affinché venga riconosciuto il “credito della Sardegna nei confronti dello Stato nella misura forfettaria e per difetto di 3 miliardi di euro, consapevoli che l’entità esatta del credito vantato sarebbe di 3.948.168.000 euro, in base al conto effettivo riferito ai dati dell’esercizio 2017”. Ovviamente, l’invito alla battaglia sulle accise, oltre ai colleghi del centrodestra, è stato esteso anche alla maggioranza di centrosinistra: se la proposta di modifica fosse approvata dal Consiglio regionale si potrebbe riportare la questione davanti alla Corte costituzionale, che in passato, sulla stessa materia, si era pronunciata con un giudizio di favore nei confronti della Regione Sicilia.
Infine, un altro appello ai soci della coalizione di centrodestra in vista delle elezioni regionali: “Non limitiamoci a denunciare il disastro-Sardegna del governo regionale di centrosinistra e non incartiamoci sulla scelta del candidato, iniziamo a spiegare ai Sardi i mille buoni motivi per cui dobbiamo cambiare insieme la Sardegna e le cose concrete da fare”. (red)
(admaioramedia.it)