All’inizio del mese, il Consiglio regionale aveva approvato la proposta della Giunta di trasformare Sardegna ricerche da Consorzio in Agenzia, nell'ambito del progetto di razionalizzazione di enti, agenzie e società partecipate della Regione.
Ma la nuova norma si scontra con le osservazioni del Sindacato dirigenti e direttivi della Regione Sardegna (Sdirs), che ha evidenziato un “vistoso punto debole” e lo ha messo nero su bianco in un documento trasmesso al Dipartimento per gli Affari regionali presso la Presidenza del Consiglio dei ministri: “Nel prevedere il trasferimento automatico del personale nel ‘Sistema Regione’ entra in conflitto da un lato con il principio costituzionale di accesso al pubblico impiego mediante concorso e, dall’altro, con l’istituto della mobilità, la cui disciplina è riservata alla competenza esclusiva dello Stato in materia di ordinamento civile”.
Sdirs non discute la necessità di riordinare l'ente ed il sistema delle collegate strutture di ricerca, ma “l'ambiguità originaria di Sardegna ricerche, che figurava sia tra gli enti sottoposti ai poteri di indirizzo, vigilanza e controllo esercitati dagli organi di governo regionali sia tra le società a partecipazione non azionarie, ha consentito nel corso degli anni assunzioni di personale presso lo stesso ente, la cui natura pubblica era appunto dubbia, anche in assenza di procedure selettive conformi alla regola/principio del pubblico concorso”.
Inoltre, il segretario generale Sdris, Cristina Malavasi, ricorda che, nella relazione finale del 2014 sulla gestione dell'ente, “la Corte dei conti aveva sollecitato un chiarimento definitivo sulla natura giuridica, con le necessarie modifiche alla legge istitutiva e allo statuto, nell'ambito dell'attività di riordino del settore degli enti strumentali regionali”. E ribadisce che la legge (n. 20 del 5 agosto 2015) che ha trasformato Sardegna ricerche da Consorzio in Agenzia ha “profili di illegittimità costituzionale, riconducibili ormai a gran parte delle riforme organizzative operate dalla Regione Sardegna riguardo alle società o aziende a totale o parziale proprietà regionale, caratterizzate, sostanzialmente, da scelte forzate di mantenimento del posto di lavoro dei dipendenti se non anche di particolari privilegi del personale, a scapito appunto dei principi costituzionali, di cui particolarmente quello del concorso pubblico quale forma di reclutamento nel pubblico impiego assume particolare rilevanza”. (red)
(admaioramedia.it)
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