Il Consiglio regionale, con 49 voti favorevoli e 2 contrari, ha approvato la doppia preferenza di genere che consentirà alle prossime elezioni di votare un uomo e una donna. Nonostante la richiesta del voto segreto, fatto dal capogruppo di “Sardegna”, Marcello Orrù, il fronte favorevole alla modifica di legge è rimasto compatto ed ha respinto la richiesta.
“Ha vinto il senso di responsabilità”, ha commentato il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru. “Ancora una volta la nostra maggioranza ha tenuto fede al patto stretto con gli elettori, raggiungendo un obiettivo che diventa giustamente un successo per tutti, affermando questo principio di democrazia e di civiltà, che riteniamo irrinunciabile, abbiamo fatto tutti insieme un passo avanti. Colma una lacuna trascinata negli anni”.
In Aula, i due soli voti contrari sono stati quelli di Orrù (“La presenza femminile è senza dubbio un fatto positivo ma si sta evitando di discutere l’impianto della legge elettorale che ha spinto il Consiglio a rasentare il ridicolo. Abbiamo problemi enormi che vengono messi da parte, problemi che riguardano disoccupati, giovani, persone e famiglie che soffrono, con tantissime proposte tenute nei cassetti per dare corsia preferenziale alla doppia preferenza di genere”) e di Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia): “Questa legge elettorale è scritta coi piedi e noi non la stiamo affrontando, nonostante il Consiglio di Stato ce l’abbia censurata. Ci sono partiti che hanno preso più voti e hanno un consigliere in meno degli altri. Con questa legge elettorale sarà sempre peggio e per le donne, nonostante la riforma, che comunque premierà i partiti più grossi, sarà difficilissimo accedere. Oggi è la giornata dell’ipocrisia perché sappiamo bene che non tutti voteranno secondo coscienza”.
Tra i favorevoli, in prima fila i consiglieri donna: Alessandra Zedda di Forza Italia (“questo strumento di democrazia era necessario e dobbiamo ringraziare le colleghe donne che si sono battute ma anche i colleghi uomini. Oggi viene riequilibrata una parità che mancava e dobbiamo ringraziare anche chi ci ha fatto capire che sono maturi i tempi per ridurre le differenze. Il prossimo Consiglio regionale avrà di certo una maggiore rappresentanza femminile”), Rossella Pinna (“un traguardo significativo: stiamo recuperando un pezzo della società e lo dobbiamo a quelle donne che si sono battute con un movimento trasversale fuori da questo palazzo”) e Daniela Forma del Partito democratico (“Oggi facciamo un passo avanti e ringrazio il presidente Pigliaru e il presidente Ganau, che hanno guidato la maggioranza a pochi giorni dal 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne”) ed Anna Maria Busia (Campo progressista): “Una bella prova di democrazia, non scontata. Non è una legge risolutiva, non basterà da sola a risolvere tutti i problemi della parità di genere“.
Parole di soddisfazione anche dal presidente della Commissione consiliare Autonomia, Francesco Agus (Campo progessista): “E’ un voto di grande portata e in un momento come questo, in cui la politica è sotto attacco, il risultato è davvero importante. Ora torniamo in commissione per il resto della legge elettorale”. Per Forza Italia sono intervenuti anche il capogruppo Pietro Pittalis (“Consentire la maggior partecipazione delle donne alla politica come esercizio pieno di democrazia. Caro presidente Pigliaru, bisogna essere consequenziali e mi risulta che in tutte le vostre nomine non siamo proprio tante le donne indicate dalla sua giunta. La Giunta deve essere coerente oltre a pratica affermazioni di principio“), Marco Tedde (“Il fine è nobile ma gli strumenti sono sbagliati. Abbiamo sviluppato un percorso normativo non a tesi ma ad applausi”) e Stefano Tunis: «Non è una vittoria che qualcuno si può intestare ed è bene che tutti restiamo sobri. Immaginare che oggi si sia ridotta tutta la sperequazione tra uomo e donna non solo è retorico ma è falso: bisogna prima che l’accesso alle istituzioni e al lavoro sia libero per le donne e non attraverso la graziosa benevolenza degli uomini. Ma per questo non servono leggi ma cultura e conquiste sociali nel tempo”.
Poi, Roberto Desini (Partito dei Sardi): “Come spesso accade in Italia le cose normali le facciamo diventare straordinarie. Il vero problema adesso è rimettere ordine a quella cosa brutta che è la legge elettorale. Alle donne dico: iniziate a votarvi tra di voi, smettetela di farvi la guerra tra di voi”. Gianluigi Rubiu (capogruppo Udc): “Non è altro che un atto di civiltà e giustizia: non è un risultato di destra né di sinistra. E’ un risultato della politica, di quelle donne e di quelle consigliere che ci hanno sostenuti nella battaglia”. Pietro Cocco, (capogruppo Pd): “Questo è un provvedimento dell’intero Consiglio ed è un voto che dà dignità a quest’Aula e alla politica sarda”. Michele Cossa (Riformatori): “Una legge di crescita culturale, sociale, politica”. (red)
(admaioramedia.it)