La Giunta Pigliaru ha annunciato il progetto “Orizzonte Fari” per la valorizzazione di alcuni immobili: 10 fari sparsi nell’Isola, in zone di particolare rilievo paesaggistico ed ambientale, nonché turistico, da dare in locazione o concessione per essere restaurati e riutilizzati.
Dieci fari e stazioni semaforiche: vecchio faro di Razzoli (La Maddalena); faro di Punta Filetto – Isola di Santa Maria (La Maddalena); ex stazione di vedetta di Marginetto (La Maddalena); ex faro di Capo d’Orso (Palau); ex stazione segnali di Capo Sperone (Sant’Antioco); ex stazione semaforica di Capo Ferro (Arzachena); ex stazione di vedetta di Capo Fìgari (Golfo Aranci); ex stazione segnali di Punta Falcone (Santa Teresa di Gallura); ex stazione semaforica di Punta Scorno (Asinara); faro di Capo Comino (Siniscola), ancora in capo allo Stato.
Ma la ricetta non convince l’opposizione e gli ambientalisti. “Anziché vergognarsi e nascondersi, la Giunta regionale si vanta dell’ennesima calata di braghe con lo Stato centrale”, questo il lapidario commento di Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia.
“Il piano – ha spiegato l’esponente azzurro – è una ridicola scopiazzatura del programma già avviato dalla nostra Giunta regionale con la Conservatoria delle Coste (commissariata dall’inizio della legislatura, ndr) nel 2013 (delibera n. 19/45 del 14 maggio 2013). Anziché portarlo avanti e procedere con la pubblicazione dei bandi, gli ‘scienziati’ di villa Devoto hanno congelato tutto per quattro anni e ora lo ripresentano ma con una differenza tutt’altro che irrilevante: non sarà più la Conservatoria, e quindi la Sardegna, ma l’Agenzia del demanio, ovvero lo Stato centrale, a occuparsi dei beni immobili”.
Secondo Cappellacci, un passo indietro nella battaglia di rivendicazione e di gestione dei beni pubblici della Sardegna, un segnale di abbandono della battaglia per l’applicazione dell’articolo 14 dello Statuto: “E’ inutile che scattino foto in posa con i corsi, che si diano una parvenza indipendentista, se Pigliaru e i suoi in ogni occasione alzano la bandiera bianca, rinunciano alle prerogative della Sardegna e subiscono le scelte romane”.
Poca trasparenza secondo Stefano Deliperi del Gruppo d’intervento giuridico: “Adesso la Regione vuole affittare fari e semafori in accordo con l’Agenzia del demanio. Con quali finalità? Con quali prospettive? Quali sono tempi, criteri e garanzie per il pubblico uso delle aree?”. Ricordando come nel 2014 la Conservatoria delle coste aveva avviato un processo per un nuovo futuro dei fari lungo le coste dell’Isola: “Un piano di recupero e valorizzazione connesso al progetto di cooperazione transfrontaliera Med-Phares, finanziato con fondi comunitari, chiamato a delineare le strategie per conservare, recuperare e valorizzare i fari e le stazioni semaforiche del Mediterraneo. Invece, la Conservatoria delle coste è stata posta in stato catalettico dall’Amministrazione Pigliaru per motivi sconosciuti ai più”.
“Vogliamo anche appurare – ha aggiunto Deliperi – se sia stata fatta la prescritta verifica dell’interesse culturale da parte degli organi competenti del Ministero per i beni culturali, curiosamente non compreso nella procedura ora avviata”. (red)
(admaioramedia.it)