Dopo anni di scontri sulla proprietà delle dighe sarde, l’Enel lancia la sua proposta di mediazione alla Regione: una società mista per la gestione di tutte le dighe e dei relativi impianti di produzione di energia con Enel al 51% e Regione Sardegna al 49%. Ciascuno dei due contendenti affiderà a un proprio advisor di fiducia la valutazione sull’entità economica del contenzioso che riguarda la proprietà e la gestione delle centrali idroelettriche dell’isola. La Giunta regionale ha deciso di nominare la propria società di valutazione.
Alla proposta di transazione si è giunti in seguito a due contenziosi aperti dalla Regione. Uno, relativo alle centrali Tirso primo salto e Tirso secondo salto, che la Regione aveva acquisito in concessione dal Consorzio di bonifica dell’Oristanese, è pendente davanti al Tribunale regionale delle acque pubbliche. L’altro, davanti al Tribunale superiore delle acque pubbliche, riguarda le altre 11 dighe e nasce da tre delibere approvate dalla Giunta il 27 maggio 2014, che ha inserito tutte le dighe in questione, che alimentano le centrali Enel, nel sistema idrico multisettoriale della Regione Sardegna, rivendicandone il possesso.
Sulla congruità della proposta e soprattutto sul valore complessivo degli impianti, anche relativamente agli incassi dell’Enel negli anni passati, l’Assessorato dei Lavori pubblici ha chiesto pareri all’Avvocatura dello Stato, relativamente al contenzioso per le due dighe sul Tirso, e all’area legale della Regione per tutte le altre. Verificato che l’Ente acque della Sardegna non è in grado di accertare il valore degli impianti e della loro produzione, la Giunta ha deciso di affidare l’incarico ad una società specializzata. In base a questi studi, anche confrontando le valutazioni con quelle dell’advisor nominato dall’Enel, sarà possibile decidere se la proposta della costituzione di una società mista è conveniente per la Regione o se è necessario individuare altre soluzioni. (red)
(admaioramedia.it)