Da diversi anni, l’area di Sant’Isidoro e quelle circostanti, a Quartucciu, sono state interessate da alcuni incendi con le stesse caratteristiche, poiché innescati da cumuli di rifiuti scaricati illegalmente in terreni abbandonati.
Dal 2016, il Corpo forestale è riuscita a documentare 21 incendi, alcuni gravi, tanto da richiedere l’intervento di mezzi aerei. Dietro ai roghi qualcuno esercitava da tempo una lucrosa attività illegale di gestione di rifiuti, anche pericolosi, mediante una raccolta indifferenziata, con trasporto e successivo abbandono nelle campagne, fino allo smaltimento finale bruciando l’immondezzaio senza alcuna cautela e senza alcuna considerazione delle conseguenze provocate alla salute delle persone residenti nelle aree interessate ed al patrimonio ambientale.
Al termine delle indagini, coordinate dal pm Giangiacomo Pilia, anche con l’utilizzo di sistemi di video investigazione, nell’ambito dell’operazione “Fogu Malu”, venerdì scorso, il Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale (Nipaf) del Corpo forestale ha arrestato, su ordine del gip Massimo Poddighe, l’autore dei roghi ( C.L.), ponendolo agli arresti domiciliari per i reati di discarica, combustione di rifiuti e incendio. L’uomo periodicamente trasportava, smaltiva e realizzava una discarica di rifiuti di vario genere provenienti da abitazioni e derivanti dalla sua attività imprenditoriale. Tra i rifiuti anche numerose tesi di laurea, onduline in eternit, elettrodomestici, contenitori con residui di vernici e solventi, pneumatici, materiale plastico ed in vetroresina. I cumuli di rifiuti venivano solitamente bruciati, generando fumi tossici ed investendo l’adiacente macchia mediterranea.
Durante le indagini, gli uomini del Corpo forestale erano riusciti a risalire al luogo di provenienza di alcuni rifiuti, infatti qualche cittadino aveva incautamente affidato i propri rifiuti da smaltire alla persona al centro delle indagini. Per individuarlo, gli inquirenti si sono serviti di telecamere accertando che, lo scorso settembre, la discarica era stata data alle fiamme ed un incendio si era propagato alla vicina macchia mediterranea, espandendosi fino a minacciare alcune abitazioni.
Le telecamere registravano anche l’autocarro, intestato a C.L., sia durante il trasporto dei rifiuti nella discarica abusiva che dopo l’incendio.
Peraltro, nell’estate 2017, lo stesso indagato aveva più volte chiamato il 1515 per segnalare incendi che lui stesso aveva appiccato. (red)
(admaioramedia.it)