“Costruire la Sardegna del futuro vuol dire rendere le persone libere dal bisogno. Libere di votare chi preferiscono. Contro le clientele, le promesse e le falsità che hanno devastato la nostra Isola per anni e anni“. In un breve ma molto apprezzato post su Facebook il deputato nuorese Bruno Murgia ha stigmatizzato il fenomeno del clientelismo, cancro che da anni sta devastando la Sardegna.
Murgia, recentemente approdato nelle fila di Fratelli d’Italia, ha raccontato sul social network di aver chiesto ad un giovane amico di impegnarsi con lui in politica. Ma di aver ricevuto un diniego per un motivo, come dire, molto prosaico. “Mi dice che nel suo territorio c’è un politico molto forte e influente, legato all’area del governo regionale – scrive Murgia – Promette posti lavoro. Qualche giovane viene sistemato nel mondo para-regionale. Chi è fuori aspetta la propria occasione”.
L’amara considerazione del deputato nuorese disegna con pochi tratti un’isola che, nonostante le celebrazioni di facciata (il 28 aprile è stato solennemente celebrato Sa die de sa Sardigna), è rimasta ferma al periodo feudale. Con i vari signorotti che continuano a fare il bello e il cattivo tempo promettendo occasioni di lavoro in cambio di voti e consenso politico. Argomentando al contrario disegna poi una Sardegna dove chi davvero merita ma non si vuole vendere al miglior offerente non ha alcuna occasione e viene spinto ad emigrare.
Il clientelismo che traspare da questo breve spaccato della società sarda è quello che davvero sta distruggendo la nostra regione e non le permette di uscire dall’assistenzialismo: chi ha denaro e prebende sceglie accuratamente le persone più malleabili a cui erogarli. Elargisce lavoro e opportunità ottenendo in cambio complicità e silenzio. Compra la dignità delle persone che per bisogno, carrierismo o per svariati altri motivi si vendono al sistema.
Peccato che ad essere scelti, spesso per incarichi apicali e strategici , sono i signorsì. Non viene certamente scelto chi ha esperienza da mettere a disposizione per il bene della nostra terra, ma chi fa senza fiatare ciò che dice il padrone. E’ un modo di fare, ormai purtroppo accettato con rassegnazione dalla maggior parte dei sardi, che sta condannando la nostra terra alla marginalità e alla irrilevanza.
Alessandro Zorco – Giornalista (Blogosocial)
(admaioramedia.it)