Credo che la marijuana cresca spontanea e in grande abbondanza nelle foreste demaniali della Sardegna.
Non si spiega altrimenti lo stato di allucinazione che gli astanti hanno provato quando hanno sentito l’assessore regionale dell’ambiente, Donatella Spano, parlare al congresso dell’Istituto forestale europeo. Ha detto che la Sardegna sta giocando “un ruolo importante nella gestione forestale innovativa e nell’educazione ambientale a tutti i livelli. Stiamo gettando le basi per creare posti di lavoro nella green economy e salvaguardando il prezioso patrimonio boschivo”.
L’azienda Forestas è totalmente in perdita: non incassa un euro che non sia pubblico. Ha settemila operai e appena 40 laureati, pochi dei quali col titolo di dottori in scienze forestali. Bandito praticamente tutto il bestiame mansueto, neppure cervi e cinghiali trovano da mangiare in decine di migliaia di ettari, ormai talmente intricati che neppure le fiere selvatiche riescono ad addentrarsi.
La spieghi nel dettaglio, a noi Sardi, la politica forestale regionale. Faccia un opuscolo. Perché pare un fallimento totale.
Il Giardiniere
(admaioramedia.it)
2 Comments
Lello Pilia
Ai pienamente ragione giardiniere nelloscrivere tutto questo lo dobbiamo a persone totalmente incapaci . La regione proibisce tutti i tipi di bestiame al pascolo brado mettendo allo sbando intere famiglie che avevano un reddito per sopravvivere e tenere ancora in essere varie tipologie altrimenti condannate a morire.si deve ringraziare il cielo che non anno squagliato anche le pietre.
Carlo Atzeri
Secondo la mia calcolatrice, che non sa ne leggere ne scrivere, l’impronta ambientale di questo particolare comparto in Sardegna è vicina al 3.0, contando che in Cina è 0.5, nel resto d’Italia è 1.0, nella Silicon Valley è 6.0…
Avanti Savoia😂🇬🇪