Il primo atto dopo aver conquistato lo scudetto è stato, per Federico Pasquini, general manager della Dinamo Sassari, quello di tagliarsi la barba, anzi di farsela tagliare da un barbiere d’eccezione: Stefano Sardara, presidente della Dinamo Banco di Sardegna.
Ferrarese di nascita, classe 1973, Pasquini è, oramai da tanti anni in Sardegna. Una vita legata alla pallacanestro, prima come giocatore tra le giovanili della Pallacanestro Ferrara, poi a 18 anni il primo incarico di allenatore con le giovanili della 4Torri Ferrara. Prende il 'patentino' da professionista e nel 2000 è al fianco di Demis Cavina (ex coach della Dinamo dal 2007 al 2009) in qualità di assistente. Poi esperienze con Capo d’Orlando, Ferrara, Fortitudo Bologna e Napoli. Il primo approccio con Sardara, allora proprietario della Robur et Fides Sassari, avviene nella stagione 2011-12. Poi arriva la Dinamo e il ruolo di general manager all’interno della società Campione d’Italia 2015. Quella della barba è una scommessa che Federico Pasquini ha dovuto fare e che si è protratta fino a venerdì scorso quanto, dopo la vittoria della sua Dinamo, è stato costretto a tagliarsela.
"Non sopporto avere la barba lunga". Racconta il Gm della Dinamo. "Tutto nasce da una scommessa fatta con un mio amico dopo garauno a Trento. Dopo quella sconfitta era davvero preoccupato e questo amico mi ha detto 'No, tranquillo, credo che la squadra andrà avanti. Butterete fuori Trento e poi con Milano ve la giocherete'. Io ho scommesso con lui che non mi sarei tagliato la barba fino al termine dei playoff". Ma il presidente Sardara cosa c’entra in tutto questo? "All’interno della scommessa è nata un’altra sfida, proprio con il presidente. Quanto siamo entrati nelle finali scudetto Stefano mi ha detto: 'se vinciamo lo scudetto, la barba te la taglio io stesso', detto e fatto. Un mese e mezzo con la barba lunga è stata davvero dura, però ne è valsa la pena". Pasquini ha festeggiato, ma prima delle vacanze, pensa già alla nuova Dinamo. "Vacanze non ne faccio. Sono già al lavoro per la squadra del prossimo anno. Praticamente non stacco mai è rimango sempre a monitorare il mercato per 12 mesi l’anno". Idee? "Tante. Ma partiamo da una base 'universale', poi non ci discosteremo tanto da quella che era la tipologia tattica di quest’anno, quella tipologia che più paga nel basket di Sacchetti. Sarà difficile trovare gente forte come quella di quest’anno e sarà, altrettanto difficile confermare quelli di quest’anno perché, chiaramente, il loro valore di mercato si è alzato notevolmente. Però dobbiamo essere bravi a trovare quei giocatori, con quelle caratteristiche, perché non penso che con altri assetti, Meo possa esprimersi al meglio".
Facendo un rewind di poche settimane, quanto avrebbe scommesso, dopo le cinque sconfitte di fila in campionato, Pasquini sulla conquista dello scudetto da parte della Dinamo? "Sullo scudetto neppure un centesimo, sul fatto che ci saremo rialzati, si. Per due ragioni". Quali? "Vivendo ogni giorno la squadra riuscivo a percepire i picchi di talento del gruppo. Poi ad ogni partita giocata successivamente a quelle sconfitte, vedevo sempre della luce. La squadra voleva rialzarsi. Inoltre ho anche pensato al fatto che, dopo aver vinto la Coppa Italia la Dinamo si era un tantino seduta, forse appagata per quanto fatto e quindi occorreva ricaricare subito le pile. Tengo a precisare che le cinque sconfitte sono arrivate con Milano, Reggio Emilia, Caserta che le vinceva tutte in quel periodo, con Varese in casa e con Trento in casa. Una aveva la striscia aperta di 10 su 12 (Trento) e Varese, dopo l’effetto Caja stava volando. Per cui tutta una serie di situazioni che mi facevano ben sperare per il futuro". Scudetto mai? "Assolutamente, mai pensato, nemmeno quando hai dei picchi nel sonno e ti svegli tutto sudato". Una bella sensazione? "Difficile da raccontare: bellissima".
Massimo Musanti
(admaioramedia.it in collaborazione con Isola 24 Sport)
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