La segreteria regionale Federazione nazionale e sicurezza della Cisl ha proclamato lo stato di agitazione del personale di Polizia penitenziaria in servizio nella Casa di reclusione di Mamone. Decisione seguita alle innumerevoli segnalazioni fatte dal Sindacato e rimaste inascoltate da parte delle autorità, specialmente negli ultimi mesi, riguardanti la situazione dei mezzi di trasporto. Il Sindacato denuncia la carenza dei mezzi di trasporto adoperati non solo per il trasporto dei detenuti, ma anche per la consegna del vitto, senza tener conto minimamente delle normative in materia di sicurezza ed igiene.
«Ad oggi – evidenzia la Cisl – i mezzi idonei, e non tutti, per il trasporto dei detenuti sono quelli assegnati all’Ntp, una macchina a targa PP e un furgone in prestito dall’Istituto Ettore Scalas di Uta. Una situazione questa che ha veramente del ridicolo e che mette alla berlina lo stesso corpo di Polizia penitenziaria e tutta l’Amministrazione».
Il Sindacato evidenzia che un furgone è da tempo fermo presso un’autofficina e non viene ritirato, pare, in quanto non ci sono le risorse finanziarie: «Alla fine si pagherà di più per l’occupazione del posto macchina che non per la riparazione del danno, alla faccia della spending review. Altri tre fuoristrada, sono ricoverati presso l’officina dell’Istituto, che assomiglia sempre più a uno sfasciacarrozze, e non si possono sistemare sempre per le risicate disponibilità economiche».
Un clima di lavoro insostenibile, secondo la Cisl, perchè il personale è praticamente costretto a subire pressioni psicologiche, non di poco conto. Gli agenti si devono scontrare giornalmente con l’addetto all’officina, che indirizza le lamentele al settore ragioneria, che a sua volta rimanda al mittente le richiesta di intervento di riparazione sempre per mancanza di liquidità. Da alcuni giorni è stato sospeso anche il servizio di controllo sia interno che esterno alla Colonia. Oggi si rischia la chiusura della diramazioni più lontane, come quella della “Santissima Annunziata”: il personale assegnato, senza un mezzo idoneo al trasporto dei detenuti, non può garantire altre tipologie di interventi. Se un detenuto, ad esempio, si sente male o si infortuna mentre svolge un’attività lavorativa si deve percorrere una distanza di circa 15 chilometri per essere condotti nella sede 'centrale' dove c'è l’unica infermeria di tutta la colonia. Con il trasporto del ferito inoltre si bloccherebbero anche altre attività come la consegna del vitto e l’accompagnamento dei reclusi nei diversi uffici o per sostenere i colloqui. Anche le altre diramazioni di “Nortiddi” e “S’Alcra”, rispettivamente a 4 e 2 chilometri di distanza dalla sede principale della Colonia, rischiano la chiusura. Il Sindacato chiede al provveditore della Polizia penitenziaria, Enrico Sbraglia, un intervento per reperire le risorse necessarie alla sistemazione dei mezzi che si trovano presso le varie officine o di prodigarsi affinché vengano acquistati nuovi veicoli: «In caso di mancata risoluzione urgente delle nostre richieste inaspriremo le forme di protesta», conclude la Cisl.
(admaioramedia.it in collaborazione con Cronache Nuoresi)
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