Con la pubblicazione della lettera di un lettore di Nuoro, lo scorso 16 novembre, Ad Maiora Media aveva segnalato la pericolosa situazione dell’accattonaggio nel capoluogo barbaricino, sfociata nell’intervento dei carabinieri davanti ad un centro commerciale per sedare un litigio tra un cittadino ed un questuante extracomunitario. Ormai, qualsiasi attività commerciale dei più grossi centri della Sardegna (ma è un problema nazionale) è presidiata da un immigrato che passa l’intera giornata a chiedere l’elemosina. Addirittura, sempre nelle nostre pagine, nello scorso mese di marzo, avevamo segnalato la possibilità che a Sassari potesse esistere un’organizzazione per gestire l’accattonaggio quotidiano degli immigrati arrivati in Italia per chiedere lo status di rifugiato.
In queste ultime ore, a rilanciare il tema, l’editoriale scritto da don Mariani e pubblicato sul periodico “L’Ortobene”, giornale della diocesi nuorese (“Cercasi ‘pidores’ per avere dignità”), scatenando polemiche e reazioni: “Ho provato grande disagio in questi giorni della Novena de Le Grazie ad entrare in chiesa – ha raccontato – dovendo passare attraverso un cordone di questuanti dislocati sul sagrato, sul portone, dentro la bussola e anche nella chiesa stessa. Sono rimasto intimorito dalla loro apparente gentilezza e nel contempo dallo sguardo feroce per non avere versato loro il ‘dovuto’. Tralascio i commenti non certo benevoli, espressi in idiomi che non conosco”. Don Mariani ha scritto di un “clan di zingari (come li devo chiamare?), che dopo aver devastato il campo di accoglienza a Pratosardo, realizzato dal Comune di Nuoro con i nostri soldi, trasformando in una discarica inquinata ed inquinante, avevano ricevuto il foglio di via, viste anche le diverse denunce per furto inanellate negli anni”, davanti alla chiesa “a pietire e strattonare anziani e malati“.
Poi, ha ricordato di aver incontrato davanti ad un supermercato l’immancabile extracomunitario che chiedeva l’elemosina e/o il carrello della spesa per incassare l’euro, raccontando anche come ”ci siano istituti bancari che hanno chiuso i conti correnti di extracomunitari ospiti di centri accoglienza perché non era garantita la provenienza e la tracciabilità delle diverse migliaia di euro versati: accattonaggio droga e prostituzione c’entrano eccome”. Infine, don Francesco ha evidenziato come gli ospiti dei centri di accoglienza si ritrovino quotidianamente a bivaccare a Nuoro senza fare alcunché: “Lo Stato, cioè pantalone, spende 35 euro al giorno per alloggio, vitto, vestiario, ricariche telefoniche e sigarette: poi li incontriamo a fare gli accattoni e chiedere da mangiare alle mense della Caritas”. Al termine del suo editoriale, una provocazione, una sfida: “Cerco volontari per andare a fare ‘sos pidores’ nell’atrio del Comune, della Questura e della Prefettura, Vedremo come reagiranno queste Istituzioni. Saremo denunciati, certo, perché secondo la loro filosofia i bisogni fisiologici vanno espletati in casa d’altri. Farebbe cadere tante ipocrisie, a cominciare da quella più evidente: nessuno va a lavorare se con l’accattonaggio guadagna di più, se il lavoro non c’è e si preferisce il sussidio elettorale”. (red)
(admaioramedia.it)