Conquistata l’istituzione al Senato della Commissione d'inchiesta sulla vicenda Moby Prince, il traghetto protagonista dell'incidente nel quale nel 1991 persero la vita 140 persone per l'incendio scoppiato dopo lo scontro con la petroliera Agip Abruzzo, le Associazioni dei familiari delle vittime si stanno dedicando alla ricerca della verità, “dopo oltre 24 anni di dolore e frustrazioni, di nebbie investigative e processuali”, ha scritto Luchino Chessa, figlio di Ugo, comandante della nave, all’indomani dell’approvazione a Palazzo Madama, aggiungendo che "dovrà sbrogliare una matassa appositamente intricata da coloro che per anni, fin dalle prime ore successive alla collisione, hanno lavorato per nascondere la verità, un compito che non sarà certo una passeggiata".
Dopo mesi di polemiche per il silenzio del premier Renzi, che aveva sempre ignorato gli appelli dei familiari delle vittime, nei giorni scorsi Chessa ha dato notizia di una telefonata ricevuta da Palazzo Chigi: “A nome del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti, mi è' stato dichiarato ufficialmente l'appoggio del Presidente Renzi sia alle nostre iniziative che alla nascita della Commissione d'inchiesta – ha scritto su facebook – Il sottosegretario De Vincenti ha voluto esprimere l'attenzione del Presidente Renzi che, pur non avendomi mai risposto, è sempre stato vicino ai familiari del vittime e ha sempre seguito e segue con attenzione la vicenda. Non posso che esprimere la mia soddisfazione e contentezza per una telefonata, che considero storica. Ho già ringraziato il Presidente Renzi per aver dato un contributo alla nascita della Commissione d'inchiesta, tramite l'intervento in Senato del sottosegretario di Stato Luciano Pizzetti, ma adesso lo devo doppiamente ringraziare per la sua iniziativa odierna. Ne approfitto per chiedergli una sua ulteriore attenzione per vigilare che la Commissione possa lavorare con coraggio e determinazione”. Comunque, nonostante la soddisfazione di Chessa, resta il fatto che anche in questa occasione Renzi non ha trovato il tempo per telefonare (o twittare…) di persona.
Ma l’azione delle Associazioni dei familiari non è terminata ed è partita la campagna “Chi sa parli”: “Adesso arriva la parte più importante – ha detto Chessa – Serve la volontà di nominare esperti. Facciamo un Presidente di alto rigore morale e dei membri che hanno esperienza sul campo”. Ma soprattutto, convinti che tre processi e venti anni di indagini non abbiano chiarito credibilmente cosa accadde quella notte, l’iniziativa si rivolge alle persone che in qualche modo hanno avuto notizie utili alla verità sulla strage del Moby Prince, ma che non hanno mai parlato: “Abbiamo sempre avuto la convinzione e la consapevolezza che la notte del 10 aprile 1991 ci fossero persone che hanno visto ma non hanno mai parlato e la certezza che anche chi ha raccontato la sua storia lo ha fatto costellandola di poca verità e molta inventiva. Negli anni questa convinzione non è venuta meno anzi si è sempre più rafforzata, abbiamo sperato che il tempo ormai passato, la necessità di scaricare la propria coscienza, la voglia di raccontare la realtà dei fatti avessero il sopravvento sul silenzio, sull’omertà. Dopo 24 anni di silenzio è giunto il momento di raccontare ciò che per paura si è sempre taciuto. Chi sa parli!”, hanno detto all’unisono in Luchino Chessa, a nome dell’associazione 10 aprile, e Loris Rispoli dell’associazione 140. (fm)
(admaioramedia.it)
12 Comments
Teseo Massa
Teseo Massa liked this on Facebook.
Alessandro Lecca
Alessandro Lecca liked this on Facebook.
Andrea Mereu
Andrea Mereu liked this on Facebook.
Alberto Musa Farris
Alberto Musa Farris liked this on Facebook.
Salvatore Ignazio Lallai
Salvatore Ignazio Lallai liked this on Facebook.
Sergio Garau
Sergio Garau liked this on Facebook.
Roberto Cocco
Roberto Cocco liked this on Facebook.
Michela Cani
Michela Cani liked this on Facebook.
Rita Melis
Rita Melis liked this on Facebook.
Federica Poddighe
Federica Poddighe liked this on Facebook.
Luisa Saiu
Luisa Saiu liked this on Facebook.
Francesca Canu
Francesca Canu liked this on Facebook.