Dopo la notifica degli atti giudiziari nei confronti di quattordici allevatori del Goceano e del Nuorese che hanno partecipato alle manifestazioni di protesta durante la ‘vertenza latte’ si riaccende la protesta.
L’ipotesi di reato è violenza privata e danneggiamento e l’ordinanza, emessa dal Gip del Tribunale di Sassari, prevede l’obbligo di dimora nell’ambito dell’inchiesta per gli assalti ad alcuni trasportatori, in particolare per tre episodi: il 9 febbraio lungo la Carlo Felice, all’altezza dell’uscita per Thiesi, che coinvolse un’autocisterna della cooperativa Arborea , l’11 febbraio, ad Ardara; il 13 febbraio venne bloccato un mezzo che trasportava il latte di mucca della cooperativa Arborea. In tutti i casi vennero aperti i rubinetti per versare il latte per strada.
In una lettera ai pastori, Felice Floris del Movimento pastori sardi si rammarica dei provvedimenti emessi per aver “manifestato il proprio disagio sociale nei confronti di una politica assente, di una burocrazia al limite della legalità e di un sistema produttivo che grazie alla sua forza di posizione, schiaccia i pastori imponendo prezzi stracciati sia per il valore del latte che per il valore degli agnelli”.
“I destinatari di quelle notifiche giudiziarie non dovevano essere i pastori – ha aggiunto Floris – ma tutti quelli che in cambio di qualche voto elettorale o di qualche notizia sensazionale hanno determinato ciò. Da sempre abbiamo pagato ogni presa di coscienza del nostro ruolo sociale e, finché non troveremmo piena sazietà di giustizia sociale ed economica noi saremo sempre pronti a ricominciare”.
Infine, il nuovo richiamo alla mobilitazione con la convocazione di assemblee per “lanciare una nuova grande mobilitazione che ricorderà le giuste responsabilità alla politica regionale e nazionale. Ai Pastori destinatari delle denunce porgiamo la nostra piena e incondizionata solidarietà”. (red)
(sardegna.admaioramedia.it)