Dopo il nulla di fatto nei tavoli sul prezzo del latte, il candidato governatore del Movimento cinquestelle, Francesco Desogus, in stretta concorrenza per le elezioni regionali di domenica 24 febbraio, si è scagliato contro il ministro Salvini: “Appare chiaro che la sua azione è del tutto fallimentare: la Lega è dalla parte degli industriali e non chiederà sacrifici per portare il prezzo del latte alla cifra promessa di un euro”. Ma, per mantenere un minimo di equilibrio governativo, si è affrettato a promuovere l’azione del Presidente del Consiglio: “L’unico tavolo che potrà affrontare seriamente la vertenza sarà quello convocato il 21 dal presidente Conte”.
A sollecitare la memoria del candidato grillino è Salvatore Deidda, deputato di Fratelli d’Italia: “Ridicoli gli strali del candidato Desogus contro l’alleato di Governo. Inoltre, è evidente che non si consulta neanche con i parlamentari sardi del suo partito, altrimenti avrebbe potuto chiedere perché hanno bocciato l’ordine del giorno, proposto da Fratelli d’Italia, che chiedeva semplicemente l’organizzazione di quel tavolo tecnico che oggi tanto elogia”.
Il Parlamentare si riferisce ad un documento presentato, lo scorso 30 dicembre, dal gruppo di FdI, che avrebbe portato ad una convocazione di un tavolo nazionale nei primi giorni del 2019 e che, forse, avrebbe potuto evitare le proteste clamorose di questi giorni: “Ma il suo Governo – ha spiegato Deidda – voleva eliminare tutte le premesse dell’ordine del giorno, ossia le critiche ad un sistema troppo sbilanciato a favore degli industriali. La maggioranza, compreso il Movimento 5 stelle, ha bocciato il documento perché mi sono rifiutato di accettare la riformulazione e una generica raccomandazione”.
“Chi si propone come classe dirigente – ha aggiunto – dovrebbe essere maggiormente responsabile, senza surriscaldare ulteriormente il clima, accusando i colleghi di governo di essere a favore degli industriali o delle cooperative, come se questi, peraltro, fossero il male o la peste. La classe politica dovrebbe mediare e trovare soluzioni giuste. Servono regole chiare per tutti, che noi con responsabilità porteremo all’attenzione della Commissione, presieduta da un parlamentare 5 Stelle, cercando una piena unità tra le varie forze politiche, perché la questione latte non sia una clava da usare in campagna elettorale. Solo i pastori possono versare il proprio latte per terra, solo loro hanno la licenza di usare certi toni e non hanno bisogno di strumentalizzazioni”.
Secondo Deidda, che nei giorni scorsi ha visitato alcune realtà produttive del Campidano e dell’Oristanese, “il prezzo di partenza ottimale sarebbe opportuno determinarlo slegandolo da quello del pecorino romano e magari basarlo sulla media dei tre formaggi Dop. Sarebbe utile, lo chiederemo durante la discussione in Commissione Agricoltura, far luce sui dati di vendita dei vari formaggi, sulle reali consistenze di invenduto ed eccedenze, sulla quantità di latte trasformato e dove va a finire questo latte. L’obiettivo è arrivare ad un prezzo giusto, fissando un limite, al di sotto del quale non si può scendere, Non è assolutamente tollerabile che chi produce, gli allevatori, lavorino in perdita”. (red)
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