La sede provinciale di Cagliari del Sigm (Associazione Italiana Giovani Medici), già il 28 maggio scorso, aveva segnalato con rabbia e stupore che la Regione Sardegna ha deciso di non finanziare nessuna borsa regionale in vista del prossimo concorso di accesso alle Scuole di Specializzazione di Medicina 2014/15 (le prove si svolgeranno a luglio 2015).
E meravigliano le parole dell'assessore Paci. Infatti, quest'anno i contratti ministeriali destinati alle Scuole con sede in Sardegna sono 192, e non 236 (come asserito nell'articolo apparso ieri sul quotidiano L'Unione Sarda), numero insufficiente se si considera che all'anno si abilitano in Sardegna 250/300 Medici. Tra l'altro il concorso è su scala nazionale, quindi le borse ministeriali non sono riservate ai Sardi. La rabbia sta nel fatto che regioni come la Puglia, non a statuto speciale come la Sardegna, abbiano finanziato contratti aggiuntivi vincolandoli ai residenti da almeno 3 anni referente aspiranti specializzandi Sigm.
Smentiamo quanto dichiarato dall'assessore Paci, evidentemente poco informato a riguardo, in quanto i giovani medici sardi hanno dimostrato già nel concorso nazionale dello scorso anno, di entrare in prestigiosi Atenei non sardi. Il valore culturale dei giovani medici sardi è confermato dal fatto che sempre più colleghi si trasferiscono all'estero o in altre regioni più meritocratiche che apprezzano la nostra preparazione. Quello che più meraviglia è il fatto che questa decisione va in netto contrasto con quanto l’assessore della Sanità, Luigi Arru, aveva promesso alle nostre delegazioni nei diversi incontri che si sono succeduti dal suo insediamento, nei quali aveva garantito il finanziamento delle borse regionali e l’impegno concreto nel tutelare i residenti nella nostra regione.
La Regione Sardegna, per la prima volta dal 2005, anno del riassetto delle scuole di specializzazione, ha disatteso le promesse creando un ulteriore problema occupazionale per i giovani medici sardi nel momento in cui il limitato numero di borse e il blocco del turnover sta costringendo un numero sempre maggiore di giovani medici a partire all’estero per poter esercitare la loro professione. Da notare come questo sia l’ennesimo anno in cui non potranno formarsi in Sardegna gli aspiranti oncologi, nefrologi e fisiatri. I giovani medici Sardi prendono atto di come ancora una volta si sia preferito tagliare sulla formazione e sulla cultura in un momento storico nel quale i giovani medici non sono visti come una risorsa e un investimento per la Sanità Sarda, ma solo come una voce di spesa del bilancio regionale.
A questo bisogna aggiungere come nei mesi scorsi più volte dei nostri rappresentanti avessero incontrato l’Assessore per chiedere il finanziamento di un adeguato numero di borse regionali da destinare ai neo abilitati sardi e che le stesse fossero vincolate alla residenza in Sardegna da almeno 5 anni (come fatto da altre regioni come Veneto e Puglia). Il fatto che le Istituzioni fossero già informate da mesi di questo grave problema sottolinea come probabilmente si conoscesse la situazione, ma non ci sia stata la volontà politica di trovare una soluzione. Tale volontà mette a rischio non soltanto la formazione e l’occupazione di tanti giovani medici, ma soprattutto la qualità dell’assistenza sanitaria di tutti i Sardi per i prossimi anni.
Giampaolo Maietta, Carlo Piredda, Mariano Girau – Direttivo Sigm Cagliari
(admaioramedia.it)
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