"Nonostante il Piano di dimensionamento scolastico regionale adottato dalla Giunta Pigliaru non abbia ancora terminato il proprio iter di approvazione e incurante delle proteste che non accennano a placarsi in tutta la Sardegna, l’Ufficio scolastico regionale ha già organizzato la rete scolastica per il prossimo anno." Lo ha denunciato il capogruppo dei Riformatori Sardi, Attilio Dedoni, nell’interpellanza, firmata insieme ai consiglieri Michele Cossa e Luigi Crisponi, rivolta al Presidente della Regione ed all’Assessore alla Pubblica Istruzione, dove viene rilevato che la Regione, nel predisporre il Piano secondo i parametri numerici decisi dal Ministero della Pubblica istruzione, non ha esercitato i poteri che le spettano secondo quanto disposto dal Titolo V della Costituzione.
"Secondo una sentenza della Corte costituzionale – ha ricordato Dedoni – l’adozione di criteri, tempi e modalità per la pianificazione della rete scolastica non rientra tra le norme generali in materia di istruzione, pertanto le linee guida dettate dal Governo, cui la Regione si è attenuta, non dovevano essere prese in considerazione. Invece, é stato adottato un Piano che prevede circa ottanta tra soppressioni e accorpamenti di autonomie scolastiche, che penalizza in modo particolare le zone più periferiche e disagiate e i Comuni più piccoli, incrementando il rischio di spopolamento e desertificazione di ampie aree dell’Isola."
"La Giunta ha tranquillizzato i sindaci e le comunità locali riservandosi di adottare le opportune modifiche a seguito del previsto parere di merito della Commissione consiliare competente. Ma, nonostante le interlocuzioni sulle modifiche siano ancora in corso, l’Ufficio scolastico regionale ha già provveduto ad organizzare la rete degli istituti per il prossimo anno scolastico, assegnando agli istituti di cui è stata proposta la soppressione il codice indicatore dell’istituto accorpante."
Inoltre, nell’interpellanza si chiede all’Esecutivo di "manifestare il proprio disappunto nei confronti dell’Ufficio scolastico, che ha avviato le procedure di accorpamento in palese violazione dell’autonomia decisionale della Regione" e di "rivalutare i criteri imposti dal Ministero alla luce di quanto riconosciuto nella sentenza della Corte Costituzionale." (red)