«In Italia la Sardegna è innegabilmente la culla della democrazia e della cultura digitale. Come pubblica amministrazione dobbiamo essere all’altezza di questa grande tradizione.» Lo ha detto l’assessore degli Affari generali, Gianmario Demuro, alla presentazione del workshop conclusivo del Progetto europeo Homer, che vede la Regione Sardegna tra i partner di questo progetto europeo che mira a promuovere una strategia coordinata e armonizzata fra le regioni europee nel Mediterraneo, al fine di accelerare il processo di trasparenza e il riuso dei dati pubblici.
«Il Progetto pone la nostra isola, nella prospettiva europea, al centro del Mediterraneo nella federazione degli open data – ha proseguito Demuro – La rete ha la capacità di mettere insieme grandi giacimenti culturali di dati che servono alla pubblica amministrazione nel rapporto con i cittadini, per garantire il futuro della democrazia digitale. La vita dei cittadini cambia in modo sostanziale e gli utenti diventano attori protagonisti e allo stesso tempo possono giudicare con consapevolezza sia l’operato della Regione e delle amministrazioni in generale, sia avere informazioni dettagliate sulla propria storia, o le condizioni ambientali e lo sviluppo economico, o ancora sull’uso dei soldi pubblici.»
La grande mole di informazioni che una pubblica amministrazione può fornire, pone in maniera forte il tema del censimento, ovvero la scelta e l’utilità dei dati che si mettono a disposizione sulla rete. Perciò, ha sottolineato l’Assessore, «la pubblica amministrazione deve agevolare la scelta e la definizione dei dati, per aumentare quella che chiamiamo cultura digitale. Nel 2004 la Sardegna ha sviluppato il primo modello di open data, in maniera lungimirante con Sardegna digital library, durante la giunta del Presidente Soru, dove si racconta l’identità di una terra e di un popolo fornendo dati di diverso genere, legati fra loro da un profondo senso del recupero e della conservazione dell’identità di un popolo.» (red)
(admaioramedia.it)