“L’imminente chiusura della programmazione regionale sulle frequenze Radio Rai sarà un danno per la cultura e per il già malconcio pluralismo della Sardegna.” Lo ha denunciato l’Associazione della Stampa Sarda, riferendosi alla vicenda che vede avvicinarsi l’ipotesi dello stop alla programmazione radiofonica regionale della Rai in Sardegna dal primo aprile, a causa dei ritardi nella firma per il rinnovo della convenzione tra Regione e Rai.
“Il braccio di ferro fra la Rai e la Regione che nonostante le recenti e recentissime assicurazioni non ha firmato la convenzione col servizio pubblico – si legge in un comunicato del Sindacato – ha ottime probabilità di creare all’Isola un doppio danno: far sparire preziosi spazi di identità senza scongiurare la chiusura delle sedi giornalistiche locali.”
Il Sindacato dei giornalisti si riferisce alle parole dell’assessore regionale della Cultura, Claudia Firino, che dieci giorni fa aveva annunciato: “Abbiamo discusso e trovato un accordo su alcuni dettagli, dunque firmeremo la convenzione in tempi brevissimi”. Appena 24 ore dopo, però, c’era stato l’altolà del senatore del Pd, Silvio Lai: “Ha fatto bene a non firmare la vecchia convenzione coi tagli unilaterali offensivi voluti dalla Rai, sarebbero soldi buttati. Serve una convenzione di servizio regionale totalmente nuova, finanziata dallo Stato come prevede la legge, sottoscritta tra Rai, Presidenza del Consiglio dei Ministri e Regione. In questo contesto la Regione si siede ad un tavolo tra pari e decide la programmazione che ha un tenore e un rango differenti da quello sinora avuto, anche un'organizzazione distinta e strutturata come avviene in altre regioni. Si apre una nuova stagione di opportunità anche lavorative e professionali che la Giunta non può farsi scippare.”
“Un quadro angoscioso e ingiusto – si conclude la nota – contro il quale l’Associazione della Stampa Sarda protesta col massimo vigore. Come si può immaginare che il sindacato dei giornalisti dialoghi con gli editori per reagire insieme contro la crisi se la politica sarda e la massima azienda culturale del Paese non sanno parlarsi nell’interesse dei cittadini?”
In attesa di capire quale sia la posizione definitiva del centrosinistra che governa l’Isola sulla convenzione con viale Mazzini, l’Assostampa giustamente si preoccupa delle conseguenze, anche occupazionali, in uno scenario del’informazione sarda già abbondantemente devastato. (red)
(admaioramedia.it)