Quella delle tasse rimane una delle questioni più insidiose per gli italiani, infatti si prevede un aumento della pressione fiscale dello 0,3% (raggiungendo un toale del 61,2%) per gli artigiani e per le piccole e medie imprese.
Secondo gli studi dell’Osservatorio Cna sulla tassazione della piccola e media impresa del Rapporto 2017, in questo scenario la Sardegna ha una posizione preoccupante: la provincia di Sassari si posiziona al 125° posto nella graduatoria nazionale con una leva fiscale del 66,4% (+6% rispetto al 2011); seguono quelle di Olbia-Tempio al 104° posto con un fisco del 63,5% (+2,7%), Cagliari all’87° con il 62,1% (+3,5%), Nuoro al 71° con il 60,5% (+2,9%), Oristano al 33° posto con il 58,5% (+0,5%), Iglesias al 15° con il 56,7% (-0,6%) e Carbonia all’8° con il 55,6% (-0,4%). La classifica nazionale vede Reggio Calabria come la città più tartassata con una pressione fiscale del 73,2%, seconda posizione per Bologna, con il 71,9%, poi Roma col 69,1%, mentre Trento è la città italiana in cui i piccoli imprenditori sono meno tartassati: fisco al 53,9%.
Lo studio della Cna ha evidenziato anche un altro aspetto che riguarda la “Tax free day”, cioè il giorno in cui le Pmi artigiane smettono di versare in tasse quello che ricavano e cominciano a guadagnare davvero: a Carbonia si lavora fino al 21 luglio (162 giorni di lavoro tax free), ad Iglesias fino al 25 luglio (158 giorni), ad Oristano fino al 31 luglio (152 giorni), a Nuoro fino all’8 agosto (144 giorni). Dati preoccupanti per Cagliari (138 giorni), Olbia-Tempio (133 giorni) e Sassari, dove si smetterà di lavorare per pagare le tasse solo il 29 agosto, destinando solo 123 giorni di lavoro alle proprie casse. Le conclusioni di questo studio si sono rivelate drammatiche per le Pmi che, dopo aver pagato le tasse, subiscono un vero e proprio salasso: a Sassari, un’impresa con un reddito di 50mila euro l’anno, dopo aver pagato le tasse avrà a disposizione solo 16.809 euro (-118 rispetto all’anno precedente), ad Olbia rimarranno invece 18.238 euro (-126 euro), a Cagliari 18.967 euro (-124 euro), a Nuoro 19.754 euro (-126 euro). Segue Oristano dove rimarranno 20.754 euro (-128 euro), Iglesias con 21.657 euro (-128 euro) e Carbonia con 22.211 euro (-128).
“Questi dati – dichiarano il presidente regionale della Cna, Pierpaolo Piras e il segretario regionale, Francesco Porcu – evidenziano come le piccole imprese sarde continuino ad essere tra le più tartassate in Italia e debbano lavorare gran parte dell’anno per pagare l’erario. Riteniamo che sia arrivato il momento di intervenire su un sistema fiscale evidentemente squilibrato per ridurre la pressione fiscale garantendo una maggiore equità nel prelievo tra diversi redditi da lavoro. Occorre inoltre invertire la tendenza del trasferimento alle imprese degli oneri sui controlli e usare in modo intelligente la leva fiscale per aumentare la domanda interna».
Martina Corrias
(admaioramedia.it)