E’ crollato un muro di gomma. Riapriamo il dibattito su Cagliari. Mentre in Consiglio comunale un amministratore si esibiva nel gesto del pugno chiuso per celebrare a modo suo l’anniversario della morte di Che Guevara e un assessore della Giunta Zedda si dilettava a scattargli una foto per pubblicarla sui social, ieri sera è partita a Cagliari la fiaccolata per la sicurezza, che ha attraversato il rione Marina.
Sono due fatti che, a mio avviso, fotografano la situazione politica cittadina: da un lato un’Amministrazione che scambia il Palazzo civico (e perfino la città) per una sezione di partito e dall’altro una mobilitazione per un tema molto sentito negli ultimi tempi. Anche questo è un dato oggettivo: con buona pace di chi oggi tenta di ridimensionare i numeri e il significato della manifestazione, mai prima d’ora nella città di Cagliari si era sentito il bisogno di manifestare con un corteo per la sicurezza. Se numerosi cittadini hanno sentito il bisogno di esprimere pubblicamente e in maniera forte il proprio disagio è perché finora il Sindaco di Cagliari ha praticato la politica dello struzzo davanti ai fatti di cronaca ormai quotidiani, che hanno minato la vita pacifica di una città tranquilla come Cagliari. Ma la mobilitazione di ieri ha detto anche qualcosa di più: dopo una lunga luna di miele (durata ormai sei anni) Zedda e il suo cerchio magico non sono più degli ‘intoccabili’, ma finalmente si apre il dibattito. Perché, come ho scritto in precedenza, questa Amministrazione non solo non accetta il dissenso, ma rifiuta ed elude perfino il confronto. E quando non c’è una sana dialettica, un positivo incontro e anche scontro di opinioni differenti, muore la vita pubblica della città.
Ricordate come il Sindaco ha tentato di liquidare con un penoso gioco al rilancio il flop della pedonalizzazione della via Roma e come ha etichettato con parole sprezzanti coloro i quali hanno espresso delle perplessità? Ricordate quando a marzo un giornalista è stato messo alla porta dallo staff del sindaco durante un incontro con i cittadini del corso Vittorio Emanuele? Pensate che cosa sarebbe accaduto se un sindaco o un assessore di destra avesse permesso un gesto del genere… La verità è che un anno dopo l’inizio del secondo mandato, Zedda ha finito di inaugurare l’enorme patrimonio di lavori pubblici ereditati dalle amministrazioni precedenti e ora fa i conti con la cronica assenza di un’idea di città, di progetti che vadano oltre la propaganda e le affissioni a tappeto, come quelle viste per la fallimentare candidatura, perché gestita in maniera solitaria e aliena rispetto al contesto cittadino, a Capitale europea della Cultura. Gli unici atti di questi 365 giorni sono l’apertura di uno sportello decentrato e l’avvio di un’applicazione per trovare il loculo del caro estinto al cimitero: due azioni giuste, ma il fatto che siano una notizia la dice lunga sull’immobilismo della Giunta comunale.
Allora forse è il caso che coloro i quali si sono presentati come paladini di “tutte le Cagliari che ci sono” si rassegnino, che si apra un dibattito ampio sul futuro della città. Consiglierei anche di aprire qualche cassetto perché troveranno ancora dei progetti interessanti da rispolverare. Si rassegnino al dibattito anche quei quattro gaglioffi che ieri hanno tentato di impedire una manifestazione pacifica e civile perché non sceglieranno mai chi può manifestare e chi non. Ieri, è caduto un muro di gomma: in città non esiste solo il pensiero dei pretoriani del Sindaco, ma ci sono tante altre Cagliari. Anzi, c’è Cagliari: una città che non deve essere ‘riscritta’ per inseguire utopie strampalate, ma che ha già nel sistema dei colli, nelle zone umide, nel suo centro storico, nella piazza, nel fronte sul mare, nei teatri, nei musei, nella zona sportiva, nell’università quel ‘concentrato’ che può renderla una città a misura di persona, che offra qualità della vita chi ci vive e ai visitatori soprattutto che offra opportunità non solo a chi nella vita è già arrivato, ma anche a chi ancora deve realizzarsi con un lavoro, un’impresa, una professione e magari anche mettendo su famiglia.
Alessandro Serra
(admaioramedia.it)