"La Finanziaria 2015 sia l’ultima condotta con criteri che ignorano sistematicamente la famiglia, sia riguardo alle politiche del lavoro sia in riferimento all’assistenza. Le politiche assistenziali sono riparative, non preventive e nemmeno educative." Lo ha detto il segretario generale Cisl, Oriana Putzolu, indirizzando il suggerimento al Presidente Pigliaru ed all'intero Consiglio regionale.
"La crisi degli ultimi sei anni ha dimostrato che l’unico paracadute sociale ad aver funzionato in Sardegna è stato il 'sistema-famiglia' – ha proseguito la Sindacalista – Attraverso genitori e nonni, per quanto è stato possibile, ha attenuato gli effetti della crisi, soprattutto sulle giovani generazioni. Ha tamponato la crisi in particolare il 'sistema delle rinunce'."
Infatti, secondo l’Istat, nel 2013 le famiglie sarde in stato di deprivazione erano il 32,3% (con un aumento di quasi 9 punti rispetto al 2012), contro la media italiana del 23,4%. Sempre nel 2013, il 24,8% delle famiglie sarde era in condizioni di povertà relativa (20,7% nel 2012).
"Un dato che non desta meraviglia considerato l’importo medio annuo delle pensioni sarde nel 2012 pari a 10.704 euro a persona e l’alto numero di disoccupati e di lavoratori in ammortizzatori sociali – ha commentato la dirigente Cisl – Fatto 100 l’importo medio pensionistico italiano, superato da 11 regioni, quello sardo raggiunge quota 91.8, il tredicesimo nella graduatoria nazionale."
Nel 2001, le famiglie formate da un solo componente erano 24%, nel 2011, sono diventate il 31,8%. Quelle con 4 componenti sono passate rispettivamente dal 22% al 17,8%, con 5 componenti dal 7,9% a 4,3%. Le famiglie con 6 e più componenti dal 2,7% all’1,2%.
"Puntare sulla famiglia consentirebbe anche di razionalizzare meglio la spesa per interventi di servizio sociale fatta oggi dai comuni. Politiche familiari anche per investire sulle risorse educative delle famiglie, per affrontare anche il problema del calo demografico destinato, nei prossimi 25 anni, a ridurre quasi di un quinto la popolazione sarda, per consentire ai giovani la realizzazione dei personali progetti di vita. Quindi, creare posti di lavoro, sostenere la bancabilità dei giovani e il loro accesso al credito, istituire una carta famiglia e una carta acquisti per le giovani coppie con figli a carico, abbattere le rette di iscrizione e frequenza alle scuole materne." (red)
(admaioramedia.it)