Il presidente Pigliaru ha annunciato che la prossima manovra finanziaria per il 2018 (7 miliardi e 792 milioni di euro), approvata il 17 ottobre scorso dalla Giunta regionale, arriverà in tempi celeri fra i banchi del Consiglio per essere discussa e approvata, magari già entro dicembre: “Portare alla discussione la nostra proposta di finanziaria ad ottobre, cioè ben prima di quanto si sia fatto sinora, significa poter mettere queste risorse in circolo, a favore delle famiglie e delle imprese, con molti mesi di anticipo rispetto al passato”.
La Giunta vuole evitare l’esercizio provvisorio e pure garantire la certezza della spesa sin dal primo giorno del prossimo anno, memori della ‘beffa’ dell’impugnazione della legge di bilancio subita, lo scorso anno, ad opera Governo nazionale: “Questa è di fatto la Finanziaria della ripresa – ha continuato Pigliaru – Va in questo senso la decisione di mantenere le tasse più basse d’Italia sia per le famiglie che per le imprese, così da favorire lo sviluppo e i consumi: scelte che crediamo alla base di ogni buona amministrazione e buona politica”.
Se l’Irap verrà mantenuta ai minimi storici (al tasso del 1,23%), invariata rispetto all’anno corrente, resta altissima la spesa per la sanità, che impegnerà quasi la metà delle risorse disponibili anche per il prossimo anno: quasi 3,5 miliardi, nonostante gli annunciati maggiori risparmi derivanti dall’attivazione dell’At. Con questa spesa, la Giunta intende, oltre a garantire i Lea, riorganizzate le cure territoriali, attuate la riforma della rete ospedaliera, prossima all’approvazione, e il piano di riqualificazione e riorganizzazione del sistema sanitario regionale mediante il monitoraggio delle spese e la valutazione globale dei livelli essenziali di assistenza. L’Esecutivo è soddisfatto delle entrate provenienti dallo Stato centrale, pari a 900 milioni di euro di arretrati nonostante l’abbandono della vertenza entrate che, attivata dall’ex governatore Cappellacci prima della sconfitta elettorale del 2014, se proseguita avrebbe potuto garantire (come successo alla Valle d’Aosta) una maggiore disponibilità di spesa per circa 3 miliardi, andati oramai perduti. L’accordo siglato dal centrosinistra isolano con il Governo nazionale dispone a favore della Sardegna 150 milioni di euro all’anno.
Gli stanziamenti per settore prevedono 156 milioni per l’istruzione, con il potenziamento di Iscol@, la lotta alla dispersione scolastica e la formazione degli insegnanti; cultura e sport: 73 milioni per la valorizzazione dei Giganti di Mont’e Prama ma anche per le industrie creative, le residenze artistiche e un piano straordinario di scavi archeologici. 55 milioni vanno al turismo per l’allungamento della stagione, l’attivazione di sistemi di iperconnessione con i visitatori e la valorizzazione in chiave turistica dei tratti identitari dell’isola. Con 50 milioni per l’edilizia si lavorerà a un piano di manutenzione degli alloggi Area, all’efficientamento energetico degli edifici pubblici e a nuovi progetti di housing sociale. 627 milioni vanno alle politiche per l’ambiente: con un piano di investimento da 17 milioni saranno acquistati moderni mezzi multiuso per il potenziamento del sistema regionale della Protezione civile nelle attività di prevenzione e gestione dei rischi (incendi, alluvioni, smottamenti). La politica per i trasporti può contare su 554 milioni: fra le priorità, oltre alla continuità territoriale aerea e marittima, la mobilità urbana, le reti ciclabili, l’interconnessione fra hub portuali e aeroportuali, il potenziamento e l’integrazione dei trasporti su ferro e gomma. 346 milioni sono destinati a politiche sociali e famiglia: servizi per la prima infanzia, strutture per i servizi sociali e reddito di inclusione sociale le priorità. Sviluppo economico ed energia, 134 milioni: innovazione, sviluppo tecnologico, internazionalizzazione per rendere sempre più competitivo il “Sistema Sardegna” e poi metanizzazione e mobilità elettrica. Per lavoro e formazione ci sono 124 milioni: lavoratori socialmente utili, Parco Geominerario, lista speciale tutelata dalla legge 42 i principali destinatari. Agricoltura (186 milioni) e pesca (158) puntano su politiche di sostegno al settore agricolo e alimentare, sostegno all’ovicaprino, bandi per la pesca e lotta durissima alla peste suina africana che si vuole completamente eradicare in tempi brevi.
Pigliaru ha espresso parole dure sul fronte degli accantonamenti disposti dallo Stato: “Riteniamo che 684 milioni siano troppi per la Sardegna e dal Governo aspettiamo ancora una risposta che sta tardando ad arrivare. Vogliamo una netta riduzione e vogliamo anche sapere qual è la regola con cui vengono calcolati. Vogliamo conoscerla e avere la certezza di essere trattati con equità, una certezza che in questo momento decisamente non c’è”, ma che, inevitabilmente, rischia di costare caro ai sardi anche nel prossimo futuro. (sm)
(admaioramedia.it)